Una soap opera alla romana antica. Sembra essere diventata un po’ questo la seconda stagione di Domina, la serie di Sky Original in onda il venerdì su Sky Atlantic e in streaming su Now, incentrata sulla figura della nobildonna Livia Drusilla, terza moglie dell’imperatore Augusto, vissuta tra il 58 avanti Cristo e il 29 dopo Cristo segnando la vita politica della Roma dell’epoca. Nuovi intrighi, lotte di potere e colpi di scena si susseguono, ma i letti anche questa volta prevalgono sui campi di battaglia. La seconda stagione riprende nel 19 a.C., quando Augusto e Livia ritornano a Roma dopo tre anni nelle Province Orientali e trovano la loro città in rivolta e i figli di lei in aperta ribellione. Livia sarà così costretta a combattere più duramente che mai per adempiere al sacro giuramento fatto al padre di ripristinare la Repubblica e la democrazia a Roma, ma anche per preservare il suo matrimonio, dal quale dipendono il suo potere e la sua ambizione, e fare in modo che sia uno dei suoi figli a sedersi sul trono. Per questo avrà bisogno di tutta la sua intelligenza, ambizione e astuzia per navigare nei sempre più agitati mari della politica romana. Ma l’azione stenta, le comparse sono statiche e le riprese, quando non avvengono negli interni, riguardano spesso gli stessi angoli, anche se sono quelli della Roma ricostruita a Cinecittà (e questo è positivo per una produzione internazionale con numerosi contributi artistici e tecnici nostrani). Resta semmai il racconto di una storia letta dal punto di vista delle donne. Livia Drusilla, interpretata da Kasia Smutniak, è una femminista ante litteram. Il linguaggio è moderno, non solo nel parlato, ma anche nell’affrontare i temi per così dire sociali. Per certi versi Domina potrebbe essere ambientata anche ai giorni nostri, se non fosse che serve pensarla al tempo in cui le donne non avevano alcun potere.
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