Mi imbatto in “Papale papale”, podcast della Radio Vaticana, mentre sta per varcare il traguardo del suo primo mese di esistenza (ha iniziato ad andare in onda infatti il 25 settembre): fanno venti puntate. L’appuntamento quotidiano delle 6.41 e delle 21.50 infatti, per chi preferisce seguirlo on air, non comprende i sabati e le domeniche. Diversamente lo si scarica, dopo le 11, dalla principali piattaforme audio o dal sito Vatican News (tinyurl.com/y432va4s).
Otto minuti in cui, praticamente senza commenti redazionali se non per contestualizzare le citazioni, si alternano le voci dei papi da Pio XII a Francesco in riferimento, ogni giorno, a una diversa parola: tra le prime venti segnalo parole grandi, per la fede e la Chiesa, come “eternità”, “missione” e “Sinodo”, e parole apparentemente più piccole ma non meno ricche come “cinema”, “dito” e “giocare”. Perché «nessuna parola è esclusa nel linguaggio dei pontefici», così che “Papale papale” si candida a costituire «una sorta di vocabolario» dei papi: lo ha detto il curatore, Amedeo Lomonaco, a Tv2000, ospite di una recente puntata di “Di Buon Mattino” (tinyurl.com/27jmew9x).
Con metafora biblica Fabio Colagrande, che sta nella redazione del podcast insieme a Benedetta Capelli, mi conferma che si tratta di «una costola» di un altro podcast curato dagli stessi tre giornalisti, “Le chiavi di Pietro”, che però è più lungo, esce ogni settimana e commenta soprattutto parole di papa Francesco. La forza di “Papale papale”, come già de “Le chiavi di Pietro”, viene dall’archivio della Radio Vaticana a cui può attingere, il quale si estende indietro nel tempo fino agli anni Trenta del secolo scorso.
Il fatto che si tratti, per evidenti motivi, di un archivio audio, ovvero che il podcast ci presenti il vocabolario che i papi usano quando parlano (discorsi, omelie, Angelus, udienze generali, per Francesco anche interviste) e non quando scrivono documenti, gli porta il valore aggiunto dell’immediatezza della parola detta. Ma sopra tutto il regalo che “Papale papale” fa a chi lo ascolta è porre in sinossi, su ciascuna parola, i diversi papi. A noi decidere su cosa appuntare l’attenzione: se sulla continuità del loro magistero nel tempo o sui cambiamenti del modo in cui essi si rivolgono ai fedeli, diverso anche perché diversa è la loro indole.
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