Il Papa in visita a Vanimo per l’amico padre Martin
martedì 7 maggio 2024
«Io vengo a trovare voi a Vanimo, Martin! Non mi interessa quello che dicono gli altri». Gli “altri” siamo noi della Conferenza Episcopale coi nostri consigli, il governo con le sue preoccupazioni per la sicurezza, ma anche gli organizzatori a Roma, che per Papa Francesco avevano previsto solo la tappa nella capitale Port Moresby. D’altra parte viene dall’Indonesia e dopo di noi, in Papua Nuova Guinea, deve ancora fermarsi a Timor Est e Singapore. Due settimane fuori Roma nella prima metà di settembre. A quasi ottantotto anni. Ma con padre Martin Prado sono troppo amici. La corrispondenza è almeno mensile, benché ogni volta meno di mezza pagina scritta a mano, firmata in piccolo “Francisco”, coi saluti, alcune promesse o conferme di aiuto pratico, un incoraggiamento nella vita missionaria, la benedizione. Padre Martin ha solo 35 anni, dieci di ordinazione sacerdotale, dal 2014 in Papua Nuova Guinea. A Natale e Pasqua non cercatelo a Baro, la missione dell’Istituto del Verbo Incarnato, sulla strada che conduce al confine con l’Indonesia. Lui è fuori. Con l’energia tipica dell’età macina decine di chilometri per raggiungere i villaggi dell’interno e celebrare ovunque il Natale in una data compresa tra il 24 dicembre e il 6 gennaio; o la Pasqua in un giorno dell’Ottava. Papa Francesco sa tutto di questi missionari argentini in Papua Nuova Guinea. Sono arrivati nel1997, il giorno di Tutti i Santi, invitati a Vanimo dal vescovo Cesare Bonivento, italiano del Pime, ritiratosi nel 2018 e sostituito da Monsignor Francis Meli, locale, proveniente dalla diocesi di Rabaul. L’agenda del viaggio permetterà a Papa Francesco solo una presenza di poche ore a Vanimo domenica pomeriggio 8 settembre. Il primo abbraccio poco lontano dall’aeroporto sarà per le bambine e le adolescenti della Lujan Home for Girls; poco più di una ventina di loro, salvate da abusi, abbandono e accuse di stregoneria. Tre suore del Verbo Incarnato dai nomi non comuni (Sacrificio, brasiliana, Rosas e Liwanag, filippine) le accompagnano nella crescita e negli studi finché non possono arrangiarsi da sole, mantenersi, lavorare, fare una famiglia. Discretamente Francesco, da Roma, aiuta questa comunità e la missione di Baro. E non solo spiritualmente. Un pezzo del cuore del Papa è a Vanimo. Ma a Port Moresby incontrerà il resto del Paese. I sacerdoti, i religiosi e i catechisti si preparano a parlargli del lavoro di evangelizzazione. Non facile. Tutto qui è giovane, compresa la Chiesa, visto che i primi significativi contatti col resto del mondo sono della seconda metà dell’Ottocento. Un secolo di colonizzazione prima tedesca e inglese, poi australiana fino al 1975. Ora mezzo secolo di indipendenza, ma con poco di cui vantarsi. La popolazione è aumentata, l’economia è cresciuta, ma i governanti sono meno affidabili, le élite più impreparate, la gente confusa, il clero delle varie denominazioni cristiane molto diminuito col ritiro progressivo dei missionari e lo scarso incremento locale. © riproduzione riservata
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