«Non sono tanti i libri che meritano di essere letti fino in fondo, vincendo la concorrenza degli altri e l'ossessione del tempo. Ebbene, quei pochi leggiamoli. Per gli altri accontentiamoci di ciò che possiamo catturare, tanto lo facciamo già senza dirlo. Invece diciamolo, ma senza più rimorsi, senza sensi di colpa... Quello che conta di un libro è che diventi una esperienza: e l'esperienza non si misura secondo la quantità ma l'intensità.» Giuseppe Pontiggia, Peppo per gli amici, tra cui chi sta scrivendo queste righe, oltre che
romanziere di alto livello è stato anche scrittore sapienziale, saggista acutissimo, indagatore profondo ed elegantemente umoristico dell'animo umano, del nostro rapporto con la vita, la morte, la malattia, il lavoro, i libri. Folgorante questa riflessione su come leggere un libro: che, dato il valore simbolico della parola, significa come affrontare la vita. Leggere fino i fondo solo i libri che sentiamo indispensabili, gli altri leggiamoli quanto ci è possibile, senza l'ossessione del tempo. Un invito di saggezza ad affrontare il libro della vita: un tramonto romano può restarci impresso per sempre, più della visita a tutti i musei. E nei musei, superficiale percorrerli dalla prima all'ultima tela. Fermiamoci a quella che ci parla.
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