Raggiunta l'età canonica 762 ministri di culto hanno ottenuto nel 2007 la pensione di vecchiaia dal Fondo di previdenza del clero; 5 sacerdoti sono stati colpiti da una malattia permanente, ricevendo la pensione di invalidità; a 16 familiari, parenti di sacerdoti deceduti oppure coniugi e figli di ministri non cattolici, è stata riconosciuta la pensione ai superstiti. I nuovi pensionati percepiscono mediamente una rendita annuale di 7.069 euro. L'assegno di invalidità, il cui importo dovrebbe soddisfare i bisogni di una salute compromessa, non riesce invece a superare i 6.500 euro, mentre la pensione ai superstiti si attesta su i 4.000 euro. Sono questi i dati riassuntivi della previdenza sacerdotale del 2007, consegnati alla storia nei giorni scorsi con l'approvazione del bilancio da parte del Comitato di amministrazione del Fondo speciale.
I settecento pensionati di vecchiaia costituiscono ormai la media annuale dei pensionamenti del Fondo, appena uscito da gravi problemi organizzativi grazie al decentramento dell'intera gestione presso la sede provinciale di Terni. È ormai da decenni che il rendiconto economico e patrimoniale presenta un "rosso" fisso, peraltro sempre più acceso. Situazione ingessata, ancora a distanza di sette anni dalla riforma del 2000, che ha aggravato le condizioni per maturare la pensione. Il deficit patrimoniale del Fondo Clero non è cambiato, anzi è sceso nell'abisso di 1.538 milioni di euro. Per ripianare il deficit non saranno mai sufficienti i 30 milioni di contributi versati dai sacerdoti iscritti (nonostante l'aumento straordinario del 50%), ai quali va aggiunto un vero "mostro" contabile, cioè i 21 milioni di euro trattenuti, solo per principio, ai sacerdoti in possesso di un'altra pensione, in genere come insegnanti di religione. Il colpo di grazia lo danno infine i 65 milioni di euro, necessari per l'equilibrio della gestione finanziaria, prestati al Fondo dallo stesso Inps ad un tasso ben superiore a quello legale. Nessuna legge finanziaria ha finora preso in considerazione il ripianamento del Fondo come debito morale verso una categoria silenziosa ma incisiva della società civile.
Sacerdoti col bonus. All'interno del sistema di sostentamento, circa 500 sacerdoti si sono trovati nelle condizioni di ricevere, a febbraio scorso, il rimborso fiscale di 150 euro (cd. bonus incapienti) riservato ai contribuenti con bassi redditi. Altri 446 sacerdoti, titolari di pensioni o di stipendi da attività lavorativa, non hanno ricevuto il bonus, non essendo stato possibile accertare d'ufficio il loro diritto. Questi sacerdoti, ricorrendo le condizioni, cioè reddito nel 2006 inferiore a 50 mila euro ed imposta uguale a zero, possono ancora richiedere il rimborso utilizzando il modello Unico 2008 da presentare entro il 30 settembre. Se non sono tenuti alla dichiarazione dei redditi possono presentare la relativa richiesta direttamente all'Agenzia delle entrate.
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