Il duello Sinner-Djokovic Storie di sport «al limite»
mercoledì 5 giugno 2024
Tanto tuonò che non piovve. La settimana sportiva si è aperta all’insegna dell’accordo raggiunto fra la Juventus e Massimiliano Allegri dopo le rispettive roboanti minacce di arrivare fino al tribunale del lavoro per il contenzioso iniziato la sera stessa della finale di Coppa Italia, ultimo dei trofei vinti da Allegri nella sua lunga storia in bianconero. Tuoni, fulmini, lampi e poi, per fortuna, il sereno di un accordo consensuale che evita un’antipatica situazione da gestire per un binomio che ha segnato la storia recente del calcio. Decisamente meglio così, per il bene e il reciproco rispetto. Tanto tuonò che non piovve anche al Roland Garros, a Parigi. Il riferimento non è meteorologico, ma alle due infinite partite di Novak Djokovic, quelle contro il nostro Lorenzo Musetti e contro l’argentino Juan Manuel Cerúndolo rispettivamente agli ottavi e ai quarti di finale del torneo. Due partite durante le quali il trentasettenne serbo ha arrancato, zoppicato, richiesto più volte l’intervento dei medici ed è rimasto in campo poco meno di dieci ore; una (quella contro Musetti) l’ha finita di giocare quasi alle tre di notte. Djokovic, oltre a mostrare un dolore difficilmente compatibile con la possibilità di giocare partite di quella lunghezza e qualità, se l’è presa con tutti: se stesso, il proprio staff, il pubblico, l’arbitro, la sfortuna e con enorme esperienza e personalità, a dimostrazione che anche quest’ultima si può allenare, ha centrato le ennesime imprese, rinviando fino a quando c’è riuscito anche l’arrivo di Jannik Sinner al numero 1 del ranking mondiale, avvenuto ieri per ritiro. Il vecchio leone ferito (o presunto tale) è stato capace di trovare energie e risorse quasi infinite, mettendo in scena un vero show. Sia chiaro: lo dico con il massimo rispetto, la qualità tennistica non è in discussione, così come non è in discussione il fatto che Djokovic si alimenti proprio di situazioni così estreme che siano esse reali o, all’occorrenza, generate ad arte. Sinner ha ora realizzato quel sorpasso che pare fosse più importante nella testa dei tanti tifosi che nella sua, probabilmente con il rammarico di non averlo potuto fare in una sfida diretta. Che sarebbe avvenuto lo sapevano tutti, primi proprio Djokovic e Sinner stessi, che però hanno fatto splendidamente il loro lavoro: l’uno di difesa, l’altro di attacco. Tanto tuono che non piovve, infine, nella composizione del prossimo campionato di serie A di calcio. A fronte di tante parole sulle necessità di investire anche (e non solo) sullo sport nel Mezzogiorno, nel torneo appena terminato sono retrocesse due squadre a sud di Roma (Salernitana e Frosinone) e sono state promosse della serie B Como, Venezia e Parma, la città più meridionale delle tre. Insomma, nella prossima serie A il Sud sarà rappresentato da due sole squadre (Napoli e Lecce) e da una considerata di Centro, anche se a Sud per latitudine (Cagliari). Invece 14 su 20, ovvero il 70%, saranno concentrate da Empoli in su. Soprattutto sono concentrati al Nord quasi tutti gli investitori stranieri. Se a questa fotografia, simbolica ma significativa, aggiungiamo quella degli impianti, delle palestre scolastiche, dell’accesso alla pratica sportiva, perfino delle classifiche di sedentarietà e obesità infantile, è purtroppo facile sottolineare amaramente come in questo Paese esista, senza soluzioni all’orizzonte, una vera e urgente “questione meridionale” dello sport. © riproduzione riservata
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