Ieri, 8 marzo, da più parti è stata sottolineata l'importanza del linguaggio per un reale cambiamento culturale. Nei giorni scorsi, a proposito delle donne bersaglio preferito dagli odiatori digitali, c'è chi ha invocato di tornare a lavorare sulla cultura della parola in modo che possa generare rispetto. Anche perché, come scriveva Carlo Levi, le parole sono pietre. Eppure: «Parlami, parlami», invocava Fasma a Sanremo, mentre Ermal Meta aveva «Un milione di cose da dirti». Attenzione, però, avvertiva La rappresentante di lista, a «Parlare senza dire niente». Insomma, comunque ti giri, dalla festa della donna al festival della canzone, si parla di parole, senza le quali, sostengono in molti, non esisterebbe il pensiero. Per i credenti poi, fidandosi della Genesi («Dio disse...») e di Giovanni («In principio era il Verbo...»), la Parola è all'origine di tutto. Questo per dire che dovremmo avere sempre le parole giuste, per scegliere le quali ci vorrebbe un coltellino svizzero, multiuso, che permette di tagliare, limare e andare a fondo. Metafora, questa, usata da Noemi Gherrero, conduttrice del programma Le parole per dirlo (domenica alle 10,15 su Rai 3), prendendo a prestito il titolo del libro dell'esperta di comunicazione Anna Maria Testa, ospite dell'ultima puntata. Le parole per dirlo è uno spazio interessante di riflessione e di approfondimento sulla nostra lingua. La formula è quella della conversazione in studio con la presenza fissa dei linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, di un gruppo di giovani studenti in collegamento video e l'ausilio di filmati tratti dalle Teche Rai. Una delle puntate (tutte recuperabili su RaiPlay) è stata dedicata, presente monsignor Vincenza Paglia, alle parole di Francesco con la proposta del professor Patota di candidare il Papa come Accademico onorario della Crusca, non certo per il suo italiano, ma per il fatto di usarlo sempre per qualcuno e qualcosa e mai contro qualcuno e qualcosa. Del resto, rifacendosi all'etimologia, Francesco è un Pontefice: costruisce ponti non muri.
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