Tra giovedì e sabato la Rete che frequento mi ha sottolineato due anniversari, uno pubblico e uno privato. A quello pubblico – gli otto anni trascorsi dall'elezione di papa Francesco – sono stati dedicati molti post: se scorrevo, ieri, il mio diario su Facebook le immagini e le parole di Francesco, talvolta accompagnate da qualche ricordo personale sul giorno dell'elezione, saltavano fuori a ogni schermata, sia che gli autori intervenissero spinti dalla loro fede e dall'appartenenza ecclesiale (quando non dalla loro professione di giornalisti religiosi), sia che si ponessero davanti al Papa semplicemente riconoscendone la leadership morale.
Mi è parso persino di individuare una costante di questi post: al di là dei suoi atti, ormai numerosi, ciò che, volgendo lo sguardo indietro agli otto anni trascorsi, l'opinione pubblica – ecclesiale e non – continua ad amare in Francesco è la sua capacità di farsi prossimo, la sua insistenza nel proporre alla Chiesa gesti di sollecitudine verso ogni forma di debolezza e ogni situazione di fragilità.
E di debolezza e fragilità accolte parlava, a voce alta, il secondo anniversario che la Rete mi ha ricordato: quello, del tutto privato, di Giorgio Maria, quintogenito di Gigi De Palo (presidente del Forum delle associazioni familiari) e Anna Chiara Gambini, nato tre anni fa con la sindrome di Down. Sono mille caratteri (De Palo li ha pubblicati nella rubrica che tiene su "Leggo" bit.ly/3rKKVUM e sul suo profilo Facebook) che esplodono, letteralmente, di tutto quanto questa famiglia ha vissuto «in compagnia di un cromosoma in più che non cambieremmo per nulla al mondo»: tre anni «tosti, ma tanto belli». Così da ribaltare la qualifica di «atto egoistico» rivolta online a questi due genitori: «È vero: ci siamo fatti il regalo più bello del mondo!».
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: