La manovra finanziaria per il 2019 prevede l'aumento a 1.500 euro l'anno del bonus "asilo nido" per le famiglie nel corso degli anni 2019-2021. Salvo modifiche, dal 2022 il bonus dovrebbe ritornare agli originari 1.000 euro. Il provvedimento, approvato presso la Camera, deve transitare nei prossimi giorni al Senato, per poi ritornare per il voto definitivo della Camera come richiedono le procedure parlamentari. Il contributo economico, da spalmare su undici mensilità, anche se modesto concorre a sostenere il calo demografico, i redditi delle famiglie ed agevola la presenza delle lavoratrici sul posto di lavoro. Dallo scorso anno – come registra l'Inps nel suo recente "Rendiconto Sociale 2017-2018" – il bonus è stato concesso ad oltre 140mila famiglie su una platea complessiva di 205mila richieste. Ma già nel corso di questo 2018, i dati parziali confermano un crescente afflusso di domande. In prima fila, le famiglie della Lombardia, del Lazio, dell'Emilia Romagna e del Piemonte. I bonus complessivamente liquidati per la frequenza degli asili nido oppure per forme di supporto in casa, hanno impegnato finora appena il 20% delle risorse disponibili.
Sul beneficio disponibile per il 2018, secondo le attuali regole, si avvicina la scadenza del prossimo 31 dicembre. E quindi ancora per pochi giorni può essere chiesto il bonus annuo di 1.000 euro per bambini sotto i tre anni, nati o adottati dopo il 1° gennaio 2016, e da riferire a singole mensilità comprese tra gennaio e dicembre 2018. Per facilitare i genitori e le famiglie l'Inps ha integrato l'app "Inps Mobile" (su sistemi Apple e Android) con la nuova funzionalità "Bonus nido" che consente di allegare, con una semplice fotografia, la documentazione di spesa richiesto nelle domande per i diversi mesi dell'anno. Le ricevute relative alle ultime rette per il 2018 devono essere allegate non oltre il 31 gennaio 2019. Solo per i bambini assistiti presso asili pubblici che emettono rette trimestrali è consentito allegare la documentazione entro il 1° aprile 2019. L'Inps precisa che la richieste di supporto in casa devono essere presentate dal genitore convivente col bambino affetto da una grave patologia, attestata da un pediatra, e che non consente di frequentare un asilo nido. Tutte le domande vengono accolte rispettando l'ordine di precedenza.
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