Pensare è una cosa molto complicata: si tratta di afferrare tante idee, metterle insieme e farle combaciare il meglio possibile. Per questo, tutti si aggrappano alle opinioni" In confronto al cammino faticoso percorso per arrivare a un'idea, anche l'opinione più balorda appare ragionevole, logica, concreta. Se uno l'abbandona, per un momento piomba nella nebbia e deve cercarsene un'altra per sostituire quella perduta.
A chi ama la letteratura gialla di qualità Dashiell Hammett (1894-1961) è un nome noto: qualcuno non ricorda il suo famoso romanzo Il falcone maltese (1930), divenuto anche un film del grande John Houston (1941) con Humphrey Bogart nei panni del "duro" Sam Spade? È, però, leggendo un altro suo libro, Il bacio della violenza, che m'imbatto nella citazione che oggi propongo. Si tratta di una realistica considerazione sulla differenza tra idee e opinioni.
Le prime richiedono scavo, approfondimento, fatica: il pensiero che le inanella in un ragionamento motivato esige rigore e impegno, anche nel caso in cui risultassero - idee e pensiero - alla fine false o improbabili.
Ben diverso è il caso dell'opinione, realtà fluida, lieve, svolazzante: è simile a un vestito che si può indossare e dismettere con velocità e facilità. L'opinione è mutevole e può essere anche priva di argomentazione; la si accoglie senza rifletterci molto, si diffonde a macchia d'olio, assumendo la maschera della verità (è quell'idolo che va sotto il nome di "opinione comune"). Uno scrittore moralista francese, Nicolas de Chamfort (1740-1794) nelle sue Massime e pensieri giustamente dichiarava che «l'Opinione è la regina del mondo, perché la Stoltezza è la regina degli stolti». Ecco, allora, la necessità di ritornare più spesso al pensiero, alla riflessione, alla ragione, alla critica del luogo comune e dell'opinione corrente.
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