Per una testata giornalistica vent'anni sono comunque un traguardo. Se poi la testata giornalistica è “nativa digitale”, ovvero ha vissuto tutta la sua vita online, a maggior ragione se ne deve sottolineare la longevità, consapevoli che essa nel frattempo ha attraversato, sapendoli interpretare, i tumultuosi cambiamenti avvenuti tanto nella Rete quanto nel sistema dei media a causa della Rete. Sto parlando di “Redattore sociale” ( bit.ly/3qWk0EX ), agenzia/portale informativo nato per contribuire a un corretto approccio dei media alle notizie e alle tematiche sociali. Quando “Redattore sociale” esordisce, il 21 febbraio 2001, sotto la guida di Stefano Trasatti, è infatti la naturale conseguenza della sensibilità alla comunicazione coltivata già dalla fine degli anni Ottanta dalla Comunità di Capodarco e sfociata dal 1994 negli annuali seminari di formazione giornalistica sui temi del disagio e dell'impegno sociale. Sul sito solo una piccola modifica al logo e due interventi del presidente, don Vinicio Albanesi, e dell'attuale direttore, Stefano Caredda, concedono qualcosa alle celebrazioni. Caredda ( bit.ly/3svtZRU ) sottolinea: «Abbiamo contribuito a dare dignità di notizia ad un'infinità di accadimenti che per tutti sarebbero altrimenti passati inosservati»; mentre don Albanesi ( bit.ly/3pTWaZa ) ribadisce l'obiettivo di «affiancare alla corretta informazione i valori positivi di molte persone impegnate nel dare risposte per una società paritaria e in pace». Tra questi valori non c'è dubbio che ve ne siano in comune con la comunità ecclesiale (provare, per credere, a lanciare, semplicemente, «don» nel motore di ricerca interno e vedere di quanti preti sensibili e attivi nell'ambito del disagio sociale è pieno l'archivio). E anche se “Redattore sociale” si presenta come una testata del tutto laica e dedica specificamente al “religioso” solo una rubrica dello stesso don Albanesi sulle letture domenicali, è difficile non riconoscere nel suo codice genetico un'ispirazione cristiana.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: