Male in Italia, bene all'estero. Sono i due tratti caratteristici del mercato delle macchine agricole: uno dei comparti in cui l'Italia eccelle in quanto a qualità produttiva e a capacità tecnologica, che, tuttavia, soffre come molti altri la crisi dei consumi interni. A fornire i numeri più aggiornata è stata, in previsione di Eima 2012 che si terrà a novembre, l'associazione dei costruttori di macchine agricole (Unacoma) che non ha nascosto i problemi. In sintesi, il mercato italiano delle macchine agricole continua la sua fase negativa, chiudendo i primi nove mesi dell'anno con un calo delle vendite per tutte le principali tipologie di macchine. Così, nel periodo gennaio-settembre risultano in calo le trattrici (-17,4%), le mietitrebbiatrici (-7,4%), e i rimorchi (-11,3%). Con questo andamento, dice l'associazione, le previsioni sono per un totale di immatricolazioni, a fine anno, non superiore alle 20.000 mila unità. Sarebbe la conferma «di come il mercato della meccanizzazione agricola risenta della situazione economica generale, contrassegnata da una sensibile riduzione degli investimenti in macchinari e attrezzature per ogni attività produttiva». A spingere in avanti le vendite, potrebbero essere degli incentivi all'acquisto, che però sono assenti su base nazionale mentre fanno sentire i loro effetti positivi in alcune regioni. La stagnazione del mercato nazionale delle macchine agricole, fa d'altra parte apparentemente a pugni con il buon risultato in termini di Pil ottenuto dall'agricoltura che risulta essere l'unico settore in controtendenza nel 2012 con un aumento del Pil dell'1,1% sul piano tendenziale, mentre calano l'industria (-5,8%), le costruzioni (-6,5%) e i servizi (-1,1%).Ma gli agricoltori sanno fare i conti con prudenza, e non sembra siano intenzionati a sbloccare investimenti consistenti come quelli relativi proprio ai macchinari. Le cose, invece, vanno meglio all'estero. Lo scenario negativo che caratterizza il mercato italiano è in parte infatti compensato, sempre per le industrie costruttrici,dal positivo andamento delle esportazioni, che hanno fatto segnare nel primo semestre dell'anno una crescita in valore dell'11,5% per le trattrici (826 milioni di euro) e una crescita del 9,4% per le altre tipologie di macchine (1,5 miliardi). Il problema vero, però, sembra essere legato ai movimenti dei prossimi mesi. Per questo, i costruttori stanno lavorando su due fronti. Da un lato, l'intento è quello di cercare di prevedere con più precisione possibile l'evoluzione economica delle più importanti aree commerciali nel mondo; dall'altro, è stato avviato da tempo una intensa azione «per sensibilizzare – ha spiegato ancora recentemente il vertice degli industriali – l'opinione pubblica e il mondo politico sulla necessità di utilizzare tutti i possibili strumenti di incentivazione, e di attivarne di nuovi».
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: