Dal piccolo focus group di colleghi-amici che si è spontaneamente formato attorno a questa rubrica mi giunge un messaggio perentorio: «Non puoi non averla vista». In effetti mi sollecita molto il fatto che, in questo mese, la videointenzione di preghiera di Francesco, che seguo sempre con interesse essendo nata per circolare attraverso i social network, abbia per oggetto i social network. Le parole che il Papa pronuncia sono in prevalenza ispirate, come sottolinea “Vatican News” ( tinyurl.com/y89xttog ), al Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2016. Ma il genere di questi “videomessaggi”, nella forma breve e professionale con cui vengono commissionati dalla Rete mondiale di preghiera del Papa, suggerisce di non isolare le parole dalle immagini che le illustrano.
Per rappresentare l'ampliamento di orizzonti che la comunicazione contemporanea comporta per tante persone, ecco una coppia di genitori-nonni che saluta figlia e nipote via skype, un giovane disabile davanti a un notebook, un maestro e un bambino in una scuola spoglia ma dotata di pc, un altro bambino con il suo tablet e la nonna accanto. Per ritrarre la rete digitale come un luogo non di alienazione, ma concreto e ricco di umanità, ecco prima una coppia di ragazzi al parco, l'uno spalle all'altra, occhi e mani sullo smartphone, e dopo un gruppo che si fa un selfie durante una gita. Infine, sull'intenzione vera e propria – «Preghiamo insieme perché le reti sociali non annullino la propria personalità, ma favoriscano la solidarietà e il rispetto dell'altro nella sua differenza», compaiono un mosaico di sedici persone liete perché usano “bene” i loro cellulari e poi ancora un gruppo di bambini attenti al loro educatore e al suo pc portatile. I primi quattro quadretti e l'ultimo lasciano intendere una tecnologia capace di soccorrere le condizioni di fragilità. È, evidentemente, questo che fa dire a Francesco, all'inizio, che «internet è un dono di Dio».
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