Nell'infosfera ecclesiale ne ha parlato Aleteia ( bit.ly/3w6HYAk ), attingendo a varie fonti generaliste. Da ormai tre settimane una ventina di ragazzi tra i 16 e i 18 anni e un presbìtero fronteggiano la pandemia vivendo insieme, "chiusi" nell'oratorio di Biumo Inferiore (Varese). Sono contenti dell'idea (che è venuta a uno di loro, Leonardo, pensando un po' ad altre esperienze parrocchiali e un po' alle squadre di basket della Nba) e di come la stanno mettendo in pratica: i pasti in comune, la Dad per tutti al mattino, poi lo sport, la musica e i momenti di preghiera.
Li accompagna don Gabriele Colombo, responsabile della pastorale giovanile della comunità pastorale Beato Samuele Marzorati. È lui che ha raccolto la proposta e ha portato a termine, con il coinvolgimento via Zoom dei genitori, la difficile organizzazione del progetto (che è del tutto in regola con le normative vigenti in materia di distanziamento sociale). E ora lo sta vivendo insieme a loro. Qualcuno potrebbe essere tentato di informarsi sui nomi dei ragazzi e di andare a curiosare sui loro profili social, per scoprire come stanno vivendo questa esperienza. Ma quasi certamente non troverebbe nulla, così come non appaiono aggiornate le pagine Facebook dell'oratorio e della comunità pastorale. Perché, come apprendiamo da VareseNews nel secondo dei due servizi consecutivi che ha dedicato a questa vicenda ( bit.ly/3lUbyoa ), c'è nel gruppo «un accordo non scritto ma rispettato: non si posta nulla sui social finché non siamo fuori». Accordo sacrosanto, che ha salvaguardato l'iniziativa dal rischio "reality".
Attraverso la Rete ne sapremo quindi di più solo da oggi, giorno conclusivo: si annuncia «una pagina Facebook dove nell'arco di un mese, pian piano, i ragazzi racconteranno dal loro punto di vista quello che è stato», e forse anche un blog. Ovvero, come hanno risposto alla necessità di isolarsi attraverso una scelta di vita comunitaria: di socialità, di condivisione, di amicizia.