Adolescenza e tv è un tema molto interessante, persino intrigante. Non parliamo tanto del rapporto tra i giovanissimi e il mezzo televisivo nelle sue varie forme di fruizione, che avrebbe comunque una rilevanza educativa non trascurabile, quanto su come la televisione racconta e rappresenta i ragazzi d’oggi. Ce ne siamo occupati altre volte, anche perché non sono poche le serie televisive che affrontano con esiti alterni e contrastanti il mondo degli adolescenti o comunque dei giovanissimi, ovvero quell’età sicuramente bella, ma anche la più complicata e contraddittoria nella vita degli uomini e delle donne. Ricordiamo Tredici tra le serie più complesse con temi forti, dal suicidio alla violenza sessuale, oppure Sex education o Cinque minuti prima o Nudes con questioni di identità di genere, di sesso e di revenge porn, o ancora Corpo libero sui disturbi ossessivo compulsivi. L’elenco potrebbe continuare con Elite, Euphoria, Mental, Skam Italia, Noi siamo leggenda, Di4ri, Sara e Marti, Marta & Eva, Pov - I primi anni, Jams fino a Mare fuori o Tutto chiede salvezza. Ma negli ultimi giorni ci hanno colpito due serie molto diverse tra loro, anche per genere. Una infatti è una fiction vera e propria, l’altra un docu-film, entrambe comunque su piattaforme streaming, ma soprattutto incentrate ancora una volta su giovanissimi: Adorazione (sei episodi su Netflix) e Chi vuole parlare d’amore? (cinque episodi su RaiPlay). La prima, ambientata a Sabaudia, ruota attorno alla morte di Elena, una sedicenne, che poi scopriremo essere vittima di un femminicidio, ma quello che colpisce, al di là del giallo, è la rappresentazione che la serie fa di ragazzi poco più che adolescenti sempre con lo smartphone in mano, che si fanno le canne, bevono, sono violenti (almeno alcuni), sboccati, fragili e problematici, con genitori peggio di loro. Nessun riferimento al sacro, nemmeno di fronte alla morte (Elena sarà ricordata con una fiaccolata sulla spiaggia), ma forse meglio così visto che il regista Stefano Mordini, tre anni fa, il suo film sul massacro del Circeo lo intitolò La scuola cattolica, come se tutti i mali venissero da lì. A parte questo, se Adorazione (titolo altrettanto ambiguo) riflette la realtà non c’è da stare allegri. Del resto anche l’altra serie, Chi vuole parlare d’amore?, che come detto non è una fiction, bensì una sorta d’inchiesta realizzata da due registe (Isabel Achaval e Chiara Bondì, che sono anche madri di adolescenti) per capire come oggi i ragazzi vivono l’amore, il sesso e i sentimenti in generale. In questo caso appaiono anche giovani più assennati che credono nell’amore eterno e che anche il sesso abbia bisogno dell’amore, ma accanto a loro altri dichiarano la propria bisessualità, la fludità, la libertà di amare chi si vuole e come si vuole. Tutti, però, fanno capire di essere condizionati dai social e dalla pornografia.
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