I due volti di TikTok: pericoloso e prezioso
venerdì 19 maggio 2023
Mentre lo Stato del Montana, ieri, metteva al bando TikTok (secondo il suo governatore, «per proteggere i dati personali e privati dei cittadini dal Partito Comunista cinese») in Italia, al Salone del Libro di Torino, andava in scena la beatificazione del social più amato dai ragazzi come veicolo principe della promozione della lettura tra i giovanissimi. Due fatti che sembrano lontanissimi tra loro, ma che lo sono molto meno di quello che si potrebbe credere. Il punto di partenza, infatti, è lo stesso: TikTok, con più di un miliardo di utenti, è diventato una potenza mondiale. Con tutto ciò che ne consegue in quanto a vantaggi e
pericoli. A prima vista è “solo” il social dei video brevi, una piattaforma dove le relazioni sono state ridotte al minimo per lasciare posto alle esibizioni. Sia che si cucini o si sfili, sia che si raccontino i propri guai psicologici o fisici,
sia che si metta in mostra un’auto da sogno o una camera d’hotel, sia che si raccontino le proprie prestazioni sessuali come i guai d’amore, chi fa video su TikTok (magari senza neppure saperlo consciamente) fa innanzitutto spettacolo e chi li
guarda non lo fa da amico ma soprattutto da spettatore. Non è tanto importante che si insaturi un dialogo o che lasci un commento, la cosa più importante è che faccia salire il numero delle visualizzazioni. In questo senso il social di proprietà cinese sta diventando la nuova televisione. Con centinaia di migliaia di canali che trasmettono show brevi quanto intensi, capaci di incollare gli spettatori allo schermo degli smartphone per ore. Anche la lettura su TikTok in qualche modo è spettacolo. Non più solo una splendida passione solitaria da godere in silenzio o al massimo con l’accompagnamento di un delicato sottofondo sonoro, ma un’emozione da urlare a quante più persone possibili. Per questo non è un controsenso che il social che premia la leggerezza e le emozioni (meglio se forti) abbia dato vita al fenomeno #BookTok. «Un vero e proprio movimento – scrive TikTok - da oltre 120 miliardi di visualizzazioni attivo dentro e fuori il social, in grado di riportare alla ribalta l’amore per la lettura e di raggiungere chi i libri li legge, li scrive e li pubblica». Per capirci ancora meglio: grazie a TikTok da qualche tempo si vendono (anche in Italia) migliaia di libri. Soprattutto a quei ragazzi che si confermano ottimi lettori anche se molti adulti sono ancora
convinti che leggano poco. Ovviamente gli autori premiati sono per lo più sconosciuti agli over 40, così come i nomi
dei creator più noti e apprezzati del #BookTok. Ieri a Torino c’erano Megi Bulla, Martina Levato, Carmelo Romano e Valentina Ghetti che hanno raccontato la loro passione e celebrato la loro bravura e la loro forza come promotori di libri. Quello che sembra un fenomeno nuovo, in realtà si basa su un sistema antico come il mondo: cioè sul passaparola. Per gli editori entrare nel #BookTok è diventato un passaggio obbligato. Da cercare e sul quale investire. Per TikTok è invece uno dei (pochi) modi col quale può convincere chi lo critica che promuove anche cultura e non solo eccessi. Per questo il social ha deciso di sponsorizzare il Salone del Libro di Torino, il quale non vedeva l’ora di riavere tra gli stand gruppi di adolescenti. Perché sono i lettori di oggi ma soprattutto quelli di domani. Ovviamente tutto questo non basta per dimenticare ciò che l’America e l’Europa hanno in serbo per limitare lo strapotere del social cinese, perché «è pericoloso». Sono solo due facce della stessa medaglia. Anzi, dello stesso social. © riproduzione riservata
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