Per la prima volta nella storia, la 500 miglia di Indianapolis sarà corsa da bolidi fuoriserie alimentati a bioetanolo ottenuto da coltivazioni agricole. Proprio così. E non si tratta di una semplice notizia di colore, ma del segno che, anche da questo punto di vista, l'agricoltura ha buone prospettive di crescita e sviluppo. Basta volerlo e, soprattutto, basta consentire all'agricoltura di crescere anche in questo settore. La comunicazione è arrivata qualche giorno fa, ed è di quelle che devono far pensare. Il patron di una delle corse più famose al mondo ha ufficialmente comunicato che nel 2007
le automobili impegnate nella gara useranno carburante al 100% ottenuto da bioetanolo proveniente dalle coltivazioni agricole americane del Midwest. Una vera e propria notiziona per i coltivatori Usa che, infatti, hanno prontamente premiato il manager automobilistico. Per il resto del mondo agricolo, non solo statunitense, si tratta semplicemente della prova delle possibilità che ha la produzione di energia rinnovabile dai campi. Basta qualche approfondimento per capire. L'agricoltura italiana, come ha sottolineato recentemente Coldiretti, produce in abbondanza il bioetanolo attraverso processi di fermentazione e distillazione di materiali zuccherini, amidacei o sottoprodotti come cereali, barbabietola da zucchero e prodotti della distillazione del vino, mentre il biodiesel deriva dagli oli vegetali ottenuti da colture come colza e girasole. Più in generale, l'Europa è davvero ai primi posti in fatto di biocarburanti. Tanto che, secondo quanto rilevato dall'European Biodiesel Board, si è verificato un vero record con 3,2 milioni di tonnellate, (il 65 % in più rispetto alle 1,9 dell'anno precedente) che non è tuttavia sufficiente a rispettare la tabella di marcia indicata dal Consiglio dell'Unione Europea.
Ma qualcosa si può davvero fare. Perché, in effetti, gli strumenti legislativi adesso ci sono. Con la Finanziaria approvata, per esempio, l'Italia prevede per quest'anno l'aggiunta di biodiesel o bietanolo ottenuti dalle coltivazioni agricole in una quota minima dell'uno per cento di tutto il carburante (benzina e gasolio) immesso in consumo nell'anno solare precedente che salirà al due per cento nell'anno 2008. Un impegno per avvicinarsi
agli obiettivi fissati dalla Commissione Europea che prevede di espandere l'utilizzo di biocarburanti nel settore dei trasporti, con la prospettiva di aumentare entro il 2020 la proporzione di utilizzo fino al 10% per ridurre l'impiego di combustibile fossile come il petrolio e le emissioni di gas a effetto serra responsabili dei cambiamenti climatici.
Gli spazi per crescere, quindi, ci sono tutti. Basterebbero, probabilmente, più coraggio da parte degli imprenditori, la certezza che fra qualche anno non si torni indietro sulle decisioni prese e qualche incentivo, anche d'immagine, in più di quanto oggi non si faccia. Insomma, oltre che ad Indianapolis, si potrebbe proporre di usare i carburanti verdi anche nelle gare di Monza e del Mugello.
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