giovedì 10 novembre 2022
Per un minuto esatto, a metà del film, una coppia di anziani ballerini si prende la scena e, a esibizione terminata, anche gli applausi della buona società convenuta in un ristorante di Porto. Ma la definizione di “buona società” va intesa con cautela, perché tra borghesi benestanti e nobili in declino ci sono anche un paio di cocottes che stanno facendo parlare molto di sé in città. La più bella ed enigmatica è conosciuta come Suzy ed è la protagonista dell’episodio centrale di Inquietudine, diretto nel 1998 da Manoel de Oliveira. Costruito su esplicite fonti letterarie, il film è una meditazione sulla feroce labilità dei rapporti umani. Anche quella di Suzy è una storia di errori e fraintendimenti, che esalta la figura della donna condannandola alla solitudine. L’unico riscatto viene da quella danza per la quale, altrimenti, non si riuscirebbe a trovare spiegazione. I due ballerini sono lo stesso regista e la moglie Maria Isabel Carvalhais. All’epoca il patriarca del cinema portoghese aveva già novant’anni, lei dieci di meno. Si erano sposati nel 1940, avevano quattro figli, non
avevamo mai smesso di volersi bene. La loro comparsata in Inquietudine ha la leggerezza e la serierà del gioco. Ci ricorda, a ritmo di tango, che c’è un solo modo di amare, ed è amare per sempre. © riproduzione riservata
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