«Ah, gentile morte, non toccare l'orologio in cucina che batte sopra il muro tutta la mia infanzia è passata sullo smalto del suo quadrante, su quei fiori dipinti: non toccare le mani, il cuore dei vecchi...». Sono i versi di Lettera alla madre del poeta (Premio Nobel) Salvatore Quasimodo. Una poesia che una sera al Picolo di Milano ho sentito recitare dal figlio Alessandro Quasimodo dinanzi a un commosso Evgenij Evtušenko che ripensava alla sua madre russa. Ho ripensato a tutti loro leggendo le parole di uno straziato Gonzalo Higuaín, il bomber argentino ex Napoli e Juventus che, a 34 anni, ha deciso di dire basta con il calcio. Per tanti motivi, ma non ultimo il vuoto incolmabile che gli ha lasciato la perdita della mamma. «La morte di mia madre mi ha tramortito. Lei era il mio tutto e mi ha insegnato tutto. Sono affondato psicologicamente, ho passato settimane in cui non ho fatto nulla. Quando sono tornato in campo, la mia testa non c'era più…». In più c'è la nausea ultrasartriana (Higuaìn è un franco-argentino, nato a Brest) per un mondo del calcio che è sempre più malato, come il resto della società. «Le critiche efferate e il bullismo mi hanno cambiato, mi hanno creato scompensi psicologici – continua il “Pipita” Higuaìn – . Se vivi un momento negativo nel calcio o sbagli dei gol, ti becchi gli insulti per strada e, se ti azzardi a reagire, le ripercussioni sono doppie. In Italia e in Argentina il calcio viene vissuto senza equilibrio. La vita di un calciatore è condizionata dal risultato e non è giusto… Se resterò nel calcio? No, non credo. Ho vissuto gli ultimi anni in maniera davvero innaturale». Non è innaturale invece, ma semplicemente straordinario che Franco Zoli a 95 anni in sella alla sua vecchia Viscontea del '73 quasi ogni giorni corra tappe come la Faenza-Bertinoro arrivando fino a San Benedetto in Alpe e ritorno a Faenza, per la bellezza di 108 km. Franco è un campione di resistenza oltre che esemplare rarissimo di ciclista e a farcelo conoscere è stato l'ex ct azzurro Davide Cassani che ha postato su facebook questo incontro casuale, avvenuto al mercato della frutta di Faenza. Un Cassani sbalordito dalla tempra del 95enne Zoli che lamenta solo il fatto che alla sua età, va «abbastanza piano, ormai non supero più i 30 km orari». Uno sprint di speranza per tutti questo signore al quale giustamente Cassani salutandolo chiede: «Ma come faccio ad arrivare alla sua età con quella forma?». E Franco con il sorriso dei galantuomini di sport di un tempo gli ha risposto: «Intanto continui a pedalare, sicuramente le farà bene». Palla lunga e pedalare a tutti noi. Specie quelli che preferiscono vedere lo sport in poltrona piuttosto che praticarlo. Un appello agli sdraiati virtuali della Z generation: ovunque voi siate, prendete un treno per Faenza, portatevi una bici e andate a correre per un giorno con Franco Zoli. Sicuramente vi farà bene.
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