Sono e resto una Greta-prudente. In tempi politicamente bipolari – in senso clinico, non di alternanza al governo – la cosa migliore è non affrettare il giudizio: partiti che nascono-esplodono-muoiono, uomini soli al comando che in un clic restano uomini soli, dalle stelle alle stalle nello spazio di un mattino, masse fluttuanti che sbilanciano ogni assetto.
Quanto a Greta, si deve ammettere che il confronto tra immagini è impressionante: agosto 2018, bambina atarassica con le trecce, faccetta da Peanuts, che sciopera da sola davanti alla sua scuola (Skolstrejk för Klimatet); settembre 2019, cortei in tutto il mondo, centinaia di migliaia in piazza per il Climate Change. Forse qualcosa di vero c'è.
Ci vorrebbe Alex Langer, figura eminente dell'ambientalismo europeo. Servirebbe il suo sguardo per farsi un'opinione, ma non l'abbiamo più.
I tempi del cambiamento sono di tipo catastrofico. Minime alterazioni – anche una bambina seduta davanti a scuola – possono produrre mutamenti improvvisi e drammatici dell'intero sistema. Non si può mai sapere dove-come si produrranno, e come andrà a finire.
Forse qui qualcosa di vero c'è, ed è doloroso che Alex non lo veda. Ma è raro che un testimone autentico (un martire, dal greco
, come il Cristianesimo primitivo definiva i portatori di una fede incrollabile) veda realizzarsi ciò che ha testimoniato.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: