«Al mattino c'era uno strato di rugiada intorno all'accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c'era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: "Che cos'è?", perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: "È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. Ecco che cosa comanda il Signore: Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone che sono con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda"». Un manto di rugiada sul corpo del deserto che, nel silenzio, segretato d'amore della notte, prepara stupefacenti mattini. Voluta dal cielo, la manna brilla, però, sotto i cristalli di brina, solerti a trasformare la steppa in un orto. I granelli di sabbia, che seccavano gli occhi e la gola, si son mutati in briciole di pane, lievitate al calore dell'abbraccio di quelle gocce che le han potute irrigare sino all'alba. Mirabile espressione dei poeti biblici, la manna non cade a casaccio dal cielo, ma cresce sotto l'umida coltre che circonda l'accampamento degli esuli. Memoria dei figli di Israele che nella manna videro la carezza di Dio. Coltre di carità, giustizia e grazia, pane per tutti.
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