Giornata mondiale degli olivi il 26 novembre scorso, in tutto il mondo. Una festa, certo, ma soprattutto l'occasione per ricordare non solo una pianta bella e millenaria, ma anche il lavoro e il benessere che questi alberi possono portare. L'idea della Giornata mondiale dell'olivo è dell'Unesco e prende le mosse dal patrimonio che gli olivi rappresentano in termini di cultura e di ambiente. In Italia, significa salvaguardare qualcosa come 250 milioni di piante (che tra l'altro da qualche anno combattono contro la Xylella fastidiosa), che generano attività collegate all'agricoltura, alla trasformazione in olio, al turismo, al territorio in generale. Al di là dell'andamento della raccolta delle olive e quindi della produzione di olio, è questo l'aspetto sul quale la Giornata Unesco deve indurre a ragionare. L'olivo ma anche altre piante, come la vite, oppure particolari allevamenti oppure ancora determinate sistemazioni del terreno per renderlo più adatto ad ospitare le coltivazioni rappresentano altrettante espressioni di ciò che gli antropologi indicano come cultura materiale e cioè qualcosa prodotto dall'uomo nel tempo, qualcosa di concreto che serve per il sostentamento, ma che in qualche modo travalica la semplice produzione. Una risorsa che di questi tempi troppo facilmente viene dimenticata. L'olivo, la vite, il grano, gli animali da allevamento, le sistemazioni idraulico-agrarie, le tecniche di coltivazione e di mantenimento della fertilità sono altrettante manifestazioni di una cultura complessa oggi posta in secondo piano dalle tecnologie e dalla digitalizzazione della vita e della produzione, ma che torna ogni tanto prepotentemente alla ribalta. Dimenticarsi della necessità di coltivare rispettando l'ambiente oppure di sistemare il terreno correttamente porta, per esempio, a quel dissesto idrogeologico che tanti danni e morti semina ogni anno in giro per l'Italia. D'altra parte, proprio quegli olivi e quelle viti, quel grano e quegli allevamenti che la gente di città non ricorda, da un lato arrivano sulle nostre tavole e, dall'altro, forniscono lavoro a centinaia di migliaia di persone e contribuiscono al nostro sostentamento: sono, il passato buono che diventa presente. È bene quindi non solo celebrare tutte le giornate dedicate all'olivo così come agli altri esseri viventi, ma pensarci anche quando si fa la spesa e ci si siede a tavola.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: