Nella vasta iconografia su santa Lucia, folgorante l’immagine realizzata da Francesco Dal Cossa, artista di scuola ferrarese. Nella pala d’altare del Polittico Griffoni, Lucia è dipinta nel gesto di tenere nella mano destra un ramoscello con due foglioline verdi pronte a spuntare, nelle quali incastonati stanno due occhi. L’allusione, bellissima, è alla fioritura dello sguardo, sguardo che tornando a germogliare si deterge e si rinnova. Lucia è spesso intesa come figura simbolo di rinascita: un ruolo in forma massima mostrato da Dante, che la intende nella sua funzione di “nocchiera” nel passaggio per lui dall’Inferno al Purgatorio. Di nuovo, una funzione rigeneratrice che è l’iconografia a caratterizzare. Così nella potenza del tratteggio di William Blake, nel cui disegno si vede Dante trasportato da Lucia e dormiente tra le braccia di lei, braccia ampie e calde come ali. Lui ha gli occhi semichiusi, l’espressione fidente e ignara di un bambino, Lucia lo sguardo fisso e malinconico di chi sia gravato e consapevole della più alta responsabilità. Gli occhi del poeta di lì a poco si riapriranno sulla nuova dimensione (nuova cantica). Occhi come germogli, nell’attesa del passaggio di stato, pronti a tornare a fiorire più limpidi, come gemme, nel nuovo rigoglìo, più vivi.
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