C'è stato un momento, nella vita privata e nella carriera artistica di Francis Poulenc (1899-1963), che ha segnato una svolta decisiva e un punto di non ritorno; nel 1936, in seguito alla tragica morte in un incidente stradale dell'amico e collega Pierre-Octave Ferroud, il compositore francese ha attraversato un periodo di grave crisi in seguito al quale, in preda alla disperazione, ha deciso di intraprendere un pellegrinaggio al Santuario della Madonna Nera di Rocamadour, che ospita al proprio interno un'antichissima statua lignea della Vergine venerata sin dal Medioevo dai poeti-musicisti dell'epoca, i trovatori. Un incontro decisivo che gli ha permesso di ritrovare la perduta serenità e lo ha ricondotto in seno alla Chiesa Cattolica, rinnovato nello spirito e nella fede attraverso un'esperienza mistica di riconversione che lo ha spinto a rivedere i punti cardine della propria esistenza e che non è mai più rimasta esclusa dal suo percorso creativo, al punto da farlo diventare uno dei maggiori autori di musica sacra del Novecento.
Sono nati così, a pochi mesi l'uno dall'altro, i due capolavori raccolti nel disco intitolato Figure Humaine (pubblicato da Signum e distribuito da Jupiter) realizzato dagli ottimi cantori dell'ensemble corale da camera Tenebrae diretti da Nigel North (a lungo colonna portante dei King's Singers). In apertura vi troviamo le caleidoscopiche trame sonore della Messa in sol (scritta nel 1937), lavoro in cui si riverberano tutti i tratti distintivi della cifra stilistica del "nuovo" Poulenc, tra gli impeti di una devozione sincera (nel clima riflessivo e partecipato del Benedictus e dell'Agnus Dei) e le atmosfere gioiose di una pace finalmente ritrovata (nel Kyrie iniziale e nel Gloria). A seguire le splendide Litanies à la Vierge Noire, concepite proprio nel 1936 immediatamente a ridosso della visita a Rocamadour: una lunga e suggestiva sequela di invocazioni scolpite all'interno della tradizione liturgica cristiana e affidate alle sole voci femminili, che la musica accompagna in un crescendo incalzante che culmina nella consegna finale alla misericordia di Gesù, il cui nome si materializza sull'ultimo accordo con un salto d'ottava che sembra proiettarsi direttamente verso le sfere celesti.
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