Gli effetti sugli ortaggi del clima «impazzito»
domenica 31 marzo 2019
Clima e inflazione, anzi clima e prodotti agricoli. Binomio inscindibile da sempre, quello dei condizionamenti dell'andamento climatico sulla produzione alimentare. La questione è semplice ed è quella solita: le aziende agricole sono "fabbriche" a cielo aperto. La produzione – pur con tutti gli accorgimenti tecnologici possibili – è strettamente condizionata dall'andamento climatico. Piogge e secco, caldo e freddo, sono da sempre parte integrante di quelli che l'economia chiama fattori della produzione. Con effetti importanti e quasi immediati sui prezzi e quindi sui bilanci delle imprese. Come ha fatto notare Coldiretti, i prezzi delle verdure sono cresciuti del 9,4% rispetto allo scorso anno proprio «per effetto del clima pazzo che ha sconvolto i raccolti e ridotto le disponibilità sui mercati».
L'indicazione arriva sulla base dell'analisi dei dati Istat sull'inflazione a marzo segnato dal caldo anomalo, ma il meccanismo vale sempre. «Sulle verdure – è stato spiegato – si scontano gli effetti dell'ondata di maltempo che ha colpito la Penisola con gelo, neve e vento danneggiando verdure e serre alla quale è seguita una anomala ondata di calore che sta mandando ora in tilt le coltivazioni di ortaggi con l'anticipazione delle primizie mentre mandorli, albicocchi e peschi sono in fiore». E tutto senza contare le speculazioni che si innestano sui cambiamenti climatici. Tropicalizzazione del clima e radicalizzazione dei mercati paiono quasi avvicinare l'oggi con il passato: la mancanza di cibo in alcune aree, l'impennata dei prezzi in altre, la ricerca di soluzioni diverse in altre ancora.
Si torna anche a pratiche che parevano dimenticate, come gli orti di casa e non solo in campagna. Questione di moda, certamente, ma non solo. Quello degli orti urbani (e prima ancora del fenomeno importante degli alimenti a "chilometro zero"), è il segnale di un forte cambiamento nelle relazioni alimentari e nel modo stesso di intendere produzione e consumo. Quest'anno, hanno spiegato ieri i coltivatori nella "giornata dell'orto", si prevede addirittura un balzo delle superfici coltivate a orti familiari in Italia con un aumento del 6,3% fino a 174 milioni di metri quadrati, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat. È chiaro che questa non è agricoltura. Eppure si tratta di un fenomeno da osservare e capire meglio. Anche negli aspetti legati alla salubrità degli alimenti, così come alle facili speculazioni che possono nascervi attorno.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: