Lanciatissimo persino dai telecronisti della partita di calcio Italia-Ucraina, il nuovo programma di approfondimento giornalistico firmato e condotto da Francesco Giorgino è partito lunedì su Rai 1 incredibilmente all’ora prevista: le 23 o giù di lì. E questa è già una notizia visto che la seconda serata televisiva spesso non ha più orario. Del resto un programma che s’intitolata XXI secolo e ha come sottotitolo Quando il presente diventa futuro, effettivamente non poteva partire in ritardo. Premesso questo, diciamo che Giorgino, dopo l’addio al Tg1 nel giugno dell’anno scorso, torna in video con un classico rotocalco televisivo, nel senso che è impaginato con l’ordine tradizionale di un periodico: dall’attualità e dalla politica, alla cultura e allo spettacolo. Il tutto con l’intento di raccontare il presente guardando al futuro. Da qui anche la frase di Ernest Hemingway scelta per aprire il programma: «Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno, dipende da quello che farai tu oggi». Per il resto, l’ex mezzobusto, tolta la cravatta, si presenta con la camicia sbottonata, la mano in tasca e si muove all’interno dello studio con soluzioni sceniche come la panchina rossa dove si siede accanto a un mazzo di fiori per una riflessione (forse un po’ troppo teatrale proprio per l’ambientazione) sul caso di Giulia Cecchettin. Filo conduttore della prima puntata, i giovani: quelli privati della vita, quelli che si misurano con il dramma della guerra e quelli che realizzano le proprie aspirazioni e i propri sogni. Quindi storie, collegamenti con gli inviati in Ucraina e in Medio Oriente, interviste faccia a faccia, occhiata ai social e tanti numeri, perché a Giorgino piace il cosiddetto «data journalism», oltre ai toni moderati e a un po’ di fiducia nel domani che di questi tempi non guasta.
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