Primo episodio della 22ª stagione: record non da poco quello segnato lunedì in prima serata su Giallo (canale 38 del digitale terrestre) dal ritorno de L'ispettore Barnaby, poliziesco britannico vecchio stile, tratto dai romanzi della scrittrice e sceneggiatrice Caroline Graham, che in Italia va in onda dal 2003. Come in un giallo di Agatha Christie, Barnaby (interpretato dalla quattordicesima stagione da Neil Dudgeon) risolve i casi di omicidio grazie all'intuito e al ragionamento, ma anche alla collaborazione del giovane assistente Jamie Winter (Nick Hendrix) e della patologa Fleur Perkins (Annette Badland), caratteristico personaggio in linea con l'apparente scanzonato cinismo e il black humor di molti medici legali che popolano le fiction del genere. Il senso dell'umorismo, sia pure più contenuto in perfetto stile british, caratterizza anche Barnaby, che non ha certo il physique du rôle: grassoccio e maturo, ha l'aria dell'ispettore qualunque, se non fosse per la grande capacità logica e la deduzione che mette ogni volta in atto unendo la rudezza della professione ai modi raffinati decisamente distanti da quelli dei poliziotti sboccati e violenti di tante serie tv. Barnaby non ricorrere nemmeno alle armi e a proposito di linguaggio, come dice lui stesso nell'episodio di lunedì scorso (La leggenda del cacciatore lupo): «Amo di più il lessico prima dell'anno Duemila». Per il resto, anche questo episodio è ambientato nell'immaginaria verde contea di Midsomer, con paesini pieni di vita e tradizioni che dietro la facciata di bonton e perbenismo nascondono feroci assassini, segreti e vendette fatali. Nel finale, come ne La leggenda del cacciatore lupo, può succedere che l'assassino, una volta svelato, non abbia esattamente i requisiti di prestanza fisica e determinazione ipotizzati e possa pertanto apparire una soluzione un po' di comodo, comunque mai scontata.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: