Ha preso il via questa settimana (tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 20,15 su Rai 3) la terza stagione di Generazione bellezza, il programma di Rai Cultura scritto e condotto da Emilio Casalini, che in meno di mezzora propone ogni volta la storia di chi ha ancora voglia di sognare e di cambiare il mondo, oppure, in certi casi, di non cambiarlo affatto per mantenere vive tradizioni identitarie. È il caso ad esempio di chi continua a coltivare le Alberate aversane, vigneti che si alzano verso il cielo e che caratterizzano il territorio di Aversa. Qui le viti, grazie al loro «maritarsi» con pioppi secolari, raggiungono anche i quindici metri di altezza e la vendemmia, opera di pura abilità, non può che tramandarsi di padre in figlio attraverso l’uso dello «scalillo», una scala lunga e stretta che permette, non senza rischi, di raggiungere i filari che svettano tra le cime degli alberi e che danno origine all’Asprinio, un vino bianco la cui coltivazione è tenuta in piedi da eroici visionari, come quelli che hanno salvato dallo spopolamento Sant’Angelo di Roccalvecce, in provincia di Viterbo, trasformandolo nel «Paese delle fiabe» grazie ai murales realizzati sulle facciate di ogni casa, o quelli di Gaiole in Chianti, che hanno fatto altrettanto inventandosi «L’Eroica», la gara ciclistica non competitiva sulle strade bianche che ogni anno porta nel Senese appassionati di ciclismo e di bellezze paesaggistiche da tutto il mondo. Intorno a queste idee si è sviluppata un’economia locale sostenibile, sono stati creati posti di lavoro, è cresciuta l’offerta turistica. Insomma, Generazione bellezza, con la narrazione a tratti poetica di Casalini, racconta tutto questo: venti storie di comunità che si sono inventate qualcosa per continuare a vivere e innovarsi in sintonia con l’ambiente.
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