In fatto di consumi alimentari la Grande Distribuzione Organizzata "tiene" il mercato molto meglio dei piccoli punti vendita. E " stando agli ultimi dati diffusi dall'Istat " le vendite delle imprese associate alla Gdo vanno ancora meglio della media. È il segnale univoco del processo di spostamento del mercato alimentare da modelli tradizionali ad altri legati a modalità di consumo completamente diverse. Si tratta, come è noto, di un cammino iniziato da tempo, che, tuttavia, subisce tutti i contraccolpi dovuti a schemi di consumo lenti e complessi a cambiare.
Stando ai dati Istat, dunque, nel primo quadrimestre del 2009 i consumi alimentari hanno registrato un calo del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2008, anche se in maniera più contenuta rispetto ai prodotti non alimentari (-4,1%). All'interno dei numeri generali, però, si trovano le differenza di comportamento e, sostanzialmente, di mercato. Le vendite di beni alimentari siano diminuite soprattutto nei piccoli negozi al dettaglio (-4,1%), mentre la Grande distribuzione ha registrato
una sostanziale tenuta. Secondo Fedagri-Confcooperative, inoltre, le strutture cooperative associate alla Gdo hanno fatto registrare incrementi negli acquisti, seppure con prezzi a volte poco soddisfacenti.
Oltre a tutto ciò, gli osservatori del mercato fanno notare che i dati relativi al mese di aprile «suggeriscono una possibile ripresa degli indicatori di spesa». I segnali positivi delle vendite di questo mese coinvolgerebbero tutti i canali della Grande distribuzione; in particolare, gli ipermercati, dopo un primo trimestre 2009 in difficoltà, hanno registrato un incremento del 3,2% rispetto allo stesso mese del 2008. Bene anche gli hard discount e i supermercati che nello stesso periodo hanno conosciuto un aumento delle vendite rispettivamente del +2,5% e +4,0%. È chiaro che l'avanzata della Gdo non cancellerà mai del tutto la presenza dei piccoli negozi, così come dovrà sempre fare i conti con altre forme commerciali come quelle dei mercati cittadini e di quelli "contadini".
E tutto ciò indica chiaramente la necessità di continuare nel dialogo fra le diverse parti della filiera agroalimentare. È evidente, da questo punto di vista, che le logiche d'acquisto e di marketing della Gdo saranno sempre diverse da quelle dei piccoli punti vendita; è però necessario che queste riescano a conciliarsi il più possibile con le istanze dei produttori agricoli, con le richieste di sicurezza alimentare e di contenimento della spesa avanzate dai consumatori, con una generale ricerca di salubrità e compatibilità ambientale contenute nella attuale domanda alimentare.
Dal difficile connubio fra preponderanza della Gdo e presenza, seppur sempre più contenuta ma ineliminabile, di altri canali commerciali, dovrà quindi nascere la struttura portante di una nuova tipologia di mercato agroalimentare: attento alla convenienza, ma anche alla qualità e al territorio.
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