giovedì 3 giugno 2021
«Ma la caligine sarà dissipata, poiché non ci sarà più oscurità dove ora è angoscia. In passato umiliò la terra di Zabulon e la terra di Neftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce». La profezia di Isaia si realizza nel ritorno di Gesù non a Nazareth ma a Cafarnao «sulla riva del mare». Fu lì, in quella terra in passato umiliata, che Egli iniziò la sua predicazione, come narra il Vangelo di Matteo. Fu lungo il mare che incontrò Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni. Il Vangelo s'infrange sulle spiagge dove s'intrecciano reti di relazioni tra visi sconosciuti e navigati, mani incallite, occhi vivaci e delusi, sorrisi ruvidi e parchi di parole. Sui tramonti che avviano i mercati serali, sul Gran porto di Marsiglia, o sui mille trambusti che strusciano a Manaure, «villaggio di salnitro su un mare di fiamme», come la descrive García Márquez. Il Vangelo è luce sull'ombra delle case memori di delitti sempre aperti. E continua caparbiamente a solcare il mar Mediterraneo anche quando – come ai tempi di Paolo – spira l'Euroaquilone a provocare uragani. E ancora annuncia: «Non ci sarà più oscurità dove ora è angoscia».
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