Ortofrutta fresca prima di tutto, poi di stagione e poi che costi poco. Sono i tre elementi in base ai quali i consumatori decidono se e cosa acquistare in fatto di frutta e ortaggi. Indicazioni importanti per i produttori, soprattutto in una fase delicata come quella che il mercato ortofrutticolo sta attraversando. Ad indicare i criteri di scelta dei consumatori italiani è stata un'indagine condotta dal CREA (il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi di economia agraria), che ha fissato tre numeri. Il 64% dei consumatori selezionati ritiene che la freschezza sia l'elemento prioritario, seguito dalla stagionalità (51,4%) e dal prezzo conveniente (31,7%).La freschezza – spiega una nota – è un attributo che comprende proprietà sensoriali (l'aspetto, il gusto, l'odore, chimiche e fisiche), ed elementi di origine diversa (il luogo di acquisto, le tecnologie di conservazione e trasformazione, il confezionamento). In particolare, dallo studio è emerso che l'aspetto e il profumo sono i fattori che indicano maggiormente al consumatore la freschezza dei prodotti ortofrutticoli sia nella fase dell'acquisto sia in quella del consumo. A questi si aggiungono alcuni indicatori di carattere non sensoriali. Se consideriamo il prodotto ortofrutticolo in generale, la freschezza è legata alla tempistica in cui viene consumato (è fresco se è consumato poco dopo la raccolta)e al luogo di acquisto (al mercato o direttamente dal produttore). Relativamente a prodotti specifici, invece, la freschezza è riconosciuta anche se il prodotto è trasformato. Rucola e pomodoro confezionati, ad esempio, sono considerati freschi se è presente la garanzia della data di scadenza e se il contenuto è visivamente controllabile.Si tratta di elementi cha hanno un forte significato economico. Agricoltori e trasformatori, infatti, sono sempre più costretti a tenere in maggior conto gli atteggiamenti di consumo per stabilire investimenti colturali e criteri di trasformazione. In generale, secondo le ultime rilevazioni di Ismea disponibili, i prezzi dei prodotti agricoli continuano a scendere. Manca ancora il dato di maggio, ma ad aprile l'indice delle quotazioni agricole ha subito un calo congiunturale dello 0,9% che si trasforma in una flessione del 13,9% rispetto al livello dei prezzi di aprile 2015. Guardando più da vicino a frutta e verdura, emerge tutta la complessità della situazione. Secondo Ismea, infatti, in un anno i prezzi all'origine della frutta sono diminuiti del 39,6%, quelli degli ortaggi del 12,5%. Oltre al controllo della produzione, quindi, anche i produttori ortofrutticoli hanno poche scelte: valorizzare l'origine del prodotto, aumentare l'informazione su di esso, colpire quei segmenti di mercato più sensibili a qualità e convenienza.
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