Una fiction che più fiction non si può: Storia di una famiglia perbene, da mercoledì in prima serata su Canale 5, ha veramente poco di realistico. Non che il realismo sia necessario in una fiction, ci mancherebbe altro, ma un minimo di credibilità non guasterebbe nemmeno in questa storia di pescatori e contrabbandieri che si propone come una sorta di Giulietta e Romeo rivisitata e corretta in chiave barese alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso. I due ragazzi si chiamano Maria e Michele e le rispettive famiglie anziché Capuleti e Montecchi di cognome fanno De Santis (i pescatori) e Straziota (i contrabbandieri), ovvero la famiglia “perbene” e la famiglia “permale”, comunque in lotta tra loro. Bari Vecchia, che sa un po' troppo di vecchio anche se riferita al 1985, non è solo uno sfondo suggestivo, ma una vera e propria protagonista, senza dubbio la migliore per adesso di questa serie in quattro puntate, tratta dall'omonimo romanzo di Rosa Ventrella, diretta da Stefano Reali e prodotta da 11 marzo Film, con al centro della vicenda la tredicenne Maria De Santis, determinata, brillante e ribelle, soprannominata per il carattere insolente “Malacarne”, cresciuta in una famiglia di pescatori composta dal padre Antonio (Giuseppe Zeno), uomo duro e violento, dalla mamma amorevole Teresa (Simona Cavallari), da due fratelli maschi e dalla nonna, mentre il nonno è stato ucciso dalla famiglia rivale. Maria s'innamora di Michele, che la ricambia, ma il loro sarà un amore contrastato dalle rispettive famiglie. Nelle prossime puntate vedremo gli sviluppi con i due ragazzi che intanto cresceranno fino ai vent'anni e per questo cambieranno anche gli interpreti. Per il momento, però, è tutto troppo enfatizzato (la violenza dei padri, il disprezzo dei ricchi nei confronti di poveri…), anche la recitazione è spesso sopra le righe, compresa quella di un attore navigato come Zeno.
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