Fianco a fianco
sabato 1 febbraio 2025
La felicità risiederebbe forse nell’indipendenza, come promettono le canzoni di musica leggera? Per Adamo, no: secondo la Bibbia, egli è incompleto fino quando rimane completo. Inizialmente è solo e intero, ma Dio si accorge che questo non va bene. Occorre che nel suo sonno vada a levargli un pezzo (quel misterioso “fianco”, più che semplice costola). Alla fine, Adamo non è più solo: ha Eva con sé. Ma non è nemmeno più completo: gli manca un pezzo. Per essere intero, ha bisogno dell’altro. Da allora, l’umanità sa di essere incompleta. Chiunque sente che non può darsi la felicità da solo: la si riceve sempre da un altro. La felicità è nella relazione, non nell’indipendenza. Ecco perché, nonostante i patimenti dell’amore, uomini e donne si rifiutano di rinunciarvi. Perché i single cercano l’amicizia. Perché i religiosi vivono in comunità: «Non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18). Eppure, né l’amicizia né la vita di coppia arrivano a colmare questa piaga nel fianco, questa sensazione di mancanza, questa ferita che ci rende aperti all’infinito. Perché questa è la breccia attraverso cui Dio viene a toccarci, così come servono dei buchi per afferrare una palla da bowling. Perché è da lui, dal suo fianco aperto sulla croce, che possiamo aspettare quel fiume inesauribile che, solo, saprà placare la nostra sete insaziabile. © riproduzione riservata
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