«I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere». Le parole che Plutarco scriveva duemila anni fa mantengono inalterata la loro potenza. In questi giorni di ripresa delle lezioni c'è da augurarsi che possano essere un monito ascoltato da tutti gli insegnanti, chiamati a misurarsi con l'avventura difficile e affascinante dell'educazione. Non è facile la vita dei “prof”, alle prese con una burocrazia che rischia di soffocare la scuola risucchiando tempo ed energie preziose, con risorse assai limitate a disposizione per un compito che ne meriterebbe molte di più, con un mondo giovanile complicato e spesso difficile da interpretare e con le conseguenze della pandemia che ha scavato solchi profondi nei cuori e nelle menti. Tutto vero, purché non diventi un alibi. Più che istruzioni per l'uso, oggi - come ieri, come sempre - servono cuori che pulsino, uomini e donne appassionati al destino dei giovani. Luca Serianni, grande uomo e illustre filologo e linguista morto due mesi fa, diceva che «chi sceglie di fare l'insegnante non può permettersi il lusso di essere pessimista, perché ogni alunno è una risorsa preziosa». Auguri, dunque, a tutti gli insegnanti perché questi siano i giorni di un nuovo inizio, e perché sappiano infiammare i cuori dei loro studenti.
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