L'Italia del vino cresce ancora in tutto il mondo. Segnale importante per l'intero agroalimentare, che, però, non deve far dimenticare le fragilità del comparto e i problemi che comunque deve affrontare. Ad iniziare, per esempio, da quelli collegati alla ripresa dei contagi da Covid-19, ma anche quelli determinati dalla crescita dei costi delle materie prime e dei trasporti. Eppure, i numeri delineano per ora una situazione positiva. A scattare una fotografia aggiornata e affidabile della vitivinicoltura nazionale, sono state Federvini (che raccoglie i produttori e importatori di vini in Italia) e Nomisma che hanno confermato l'impressione di un comparto in "buona salute" ma anche un'avvertenza: "Sarebbe sbagliato concludere che tutto va bene". Due, come si è detto, gli elementi di preoccupazione. «Assistiamo – è stato detto nel corso della presentazione delle indagini condotte da Nomisma –, ad una recrudescenza della pandemia che assieme alle tensioni inflazionistiche sulle materie prime e gli aumenti sui costi di trasporto mettono in serio pericolo la crescita delle nostre aziende nel 2022. A ciò si aggiungono gli attacchi attraverso l'introduzione di dazi o barriere normative ed inaccettabili aggressioni alle nostre denominazioni». Confortano in ogni caso i numeri. Per il vino, le vendite mostrano a fine settembre – secondo dati NielsenIQ – una crescita a valori del 6,1 % rispetto allo stesso periodo 2020, merito soprattutto degli spumanti che mettono a segno un aumento del 27,5%. Crescono anche le esportazioni e in generale il vino italiano sta riscuotendo importanti successi nei principali paesi importatori. Gli acquisti, sempre per il periodo gennaio-settembre 2021 a confronto con il 2020, evidenziano aumenti del 14,7% negli Stati Uniti, del 6,1% nel Regno Unito, del 9,4% in Germania, del 15% in Canada, del 27% in Russia e di ben il 47,2% in Cina. Detto in sintesi: l'Italia si conferma il primo paese esportatore mondiale di vino per volumi, seguita dalla Francia che però è prima per valore delle esportazioni. Rimane però la situazione delicata, soprattutto se si guarda alle prospettive. Da qui, Federvini formula una serie di richieste. «Ci aspettiamo – dicono i produttori –, supporti concreti dalle nostre istituzioni: nella semplificazione amministrativa, nella promozione sui mercati internazionali e nella tutela delle nostre indicazioni geografiche che sono un grande patrimonio di tutto il Paese».
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