Le combattive cronache intorno agli ultimi due Sinodi non hanno esaurito la passione dei giornalisti di religione per i due-tre temi più controversi che tali assemblee hanno affrontato, di modo che la loro attenzione “sarebbe stata” assorbita dal fornire anticipatamente, pur senza violare l'embargo, i contenuti e i commenti ai contenuti di Amoris laetitia, l'esortazione apostolica postsinodale di papa Francesco che viene presentata quest'oggi (anch'io ho fatto qui la mia parte, ragionando sull'incipit). Ho detto “sarebbe stata” perché papa Francesco è apparso a sua volta concentrato su molti altri oggetti, in parte attraverso lo svolgimento ordinario del ministero (le omelie a Santa Marta, l'udienza generale del mercoledì...), in parte no. Così che anche chi scrive di lui ha dovuto tenere aperti sul proprio pc, oltre a quello “sull'amore nella famiglia”, vari altri file.Segnalo i due che mi paiono più importanti, per il rilievo che hanno ottenuto sulla Rete (e non) e per il dato obiettivo che tale rilievo riflette. Da un lato c'è il tempestivo annuncio di una nuova visita a un luogo simbolo dell'odierno dramma dei migranti e dei profughi: l'isola di Lesbo, in Grecia, dove sarà il prossimo 16 aprile insieme al patriarca ecumenico Bartolomeo I e all'arcivescovo di Atene Hieronimus II. Dall'altro c'è la notizia dell'avvenuto incontro con monsignor Fellay, superiore della Fraternità sacerdotale San Pio X (la porzione di Chiesa antimoderna costituitasi in dissenso con quella disegnata dal concilio Vaticano II); incontro foriero di ulteriori riavvicinamenti.Così, mentre aggiustiamo facilmente i nostri post quotidiani, pensiamo invece a quanti saggi di ecclesiologia, progetti pastorali, romanzi di fantavaticanismo, manuali di dottrina sociale e report ecumenici potrebbero aver bisogno, dopo questa sola settimana di papa Francesco, di una nuova edizione. Aggiornata.
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