La legge di bilancio 2021 ha alleggerito il peso dell'Inps sulle attività autonome gravato dalle difficoltà del Covid. La legge ha istituito, con la dotazione di un miliardo di euro, un Fondo per l'esonero dal pagamento dei contributi di artigiani e commercianti, liberi professionisti e di parte del personale della sanità. Il beneficio è subordinato a particolari requisiti relativi al reddito o al fatturato. Agli autonomi è richiesto il possesso di un reddito non superiore nel 2019 a 50 mila euro e ai professionisti la riduzione di almeno il 33% nel fatturato del 2020. Per l'attuazione del beneficio (fermi restando i versamenti Inail) occorre come sempre attendere un decreto ministeriale.
Il primo esonero dai pagamenti scatta per artigiani e commercianti il 16 maggio, con la prima delle quattro rate minime dovute per il 2021. Nel termine generico "contributi" dovrebbe rientrare anche il versamento calcolato a percentuale sulla fascia di reddito 16-50 mila euro. Nell'insieme, l'esonero non incide sulla completa copertura pensionistica riferibile ai redditi degli interessati presso l'Inps e le Casse professionali di riferimento.
Il Fondo parte già con alcune imprecisioni da chiarire quanto prima. Per non creare differenze, tra gli autonomi esonerati dell'Inps dovrebbero essere compresi i collaboratori doc iscritti alla Gestione separata e, con questi, anche gli iscritti in via residuale in quanto non rientrano in altre forme di previdenza obbligatoria.
Più articolato appare il diverso esonero per il personale della sanità. La legge riferisce il beneficio dei contributi previdenziali alla fascia dei medici, degli infermieri e degli operatori sociosanitari che sono già in pensione e poi assunti in via straordinaria per fronteggiare l'emergenza derivante dalla diffusione del Covid. È incerto quindi se l'esonero riguardi non solo gli assunti con un rapporto di lavoro dipendente ma anche gli altri con rapporti diversi, come la collaborazione continuativa, saltuaria ecc. Trattandosi in ogni caso di "dipendenti", entrano in gioco sia la quota dei contributi a carico del lavoratore sia quella del datore di lavoro. Una eccezione forzata, perché nella sua impostazione il nuovo Fondo ha inteso circoscrivere l'esonero ai redditi dei lavoratori autonomi e di conseguenza favorire la più rapida ripresa della loro attività.
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