La sanatoria in corso questo mese per regolarizzare le colf e le badanti, italiane o straniere, interessa anche il settore degli enti religiosi. Una vecchia circolare dell'Inps del 1973 ha infatti riconosciuto a diverse strutture religiose la qualifica di datore di lavoro domestico, alla pari di una normale famiglia. Ed oggi anche queste strutture hanno la facoltà di avvalersi del condono.
Si tratta, in particolare, dei conventi, dei seminari e delle convivenze di sacerdoti anziani cessati dal ministero parrocchiale o dal servizio diocesano. Oltre a queste collettività, la sanatoria si applica anche a numerose collettività di ispirazione religiosa, qualunque sia il numero dei loro componenti, purché non abbiano fini di lucro. Un ampio settore che comprende, ad esempio, gli orfanotrofi, i ricoveri per anziani a titolo assistenziale, le case famiglia per handicappati, per il recupero di tossicodipendenti, per l'assistenza gratuita a fanciulli, anziani e ragazze madri, le comunità focolari, ecc.
Non possono invece aderire alla sanatoria, anche se sono gestite direttamente da enti come Ordini religiosi, congregazioni, parrocchie ecc., le cliniche private, gli alberghi e le pensioni con fini di lucro, ed i collegi-convitti nei quali la convivenza ha un carattere fondamentalmente educativo più che assistenziale.
In genere nella gestione amministrativa delle strutture religiose, assistita da professionisti qualificati, non dovrebbero risultare lavoratori irregolari. In ogni caso, la sanatoria offre un'opportunità in più. Anche nei riguardi di questi enti sarebbero tuttavia opportune ulteriori precisazioni sulla procedura in corso.
Quante colf? Le regole del condono impongono il limite di una colf per ogni famiglia e di due badanti per ogni persona da assistere. E' evidente che queste limitazioni non rispettano i bisogni di una collettività, specie se numerosa. Dunque si impone per gli enti religiosi un criterio di valutazione ben più ampio e soprattutto più flessibile. Ancor meglio, l'esenzione dal limite alle richieste.
Redditi di garanzia. Per l'assunzione di una colf extracomunitaria è richiesto il possesso di un reddito imponibile di 20.000 euro se nella famiglia vi è un solo percettore di reddito, oppure di 25.000 euro se vi sono più familiari con redditi. Trasportando questa regola nel settore degli enti religiosi, salta all'occhio come sia difficoltoso equiparare ad un reddito familiare il conto economico di una struttura comunitaria. Gli importi di garanzia indicati appaiono con tutta evidenza fuori scala, tanto più che si tratta di enti senza fini di lucro. In altri termini, o si indicano livelli coerenti con l'assenza di profitti o, ancor meglio, si esentano gli enti interessati dal requisito dei redditi di garanzia. La stessa domanda di sanatoria proveniente da un ente pienamente autorizzato a svolgere le sue finalità dovrebbe già costituire una idonea garanzia sulla successiva tutela dei lavoratori interessati.
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