U ltima rubrica della stagione. Allora proviamo a chiudere in grande bellezza. Perciò, un applauso ancora all’Atalanta e a Gian Piero Gasperini che dovrebbe proseguire da “Gasperson” di Bergamo. Scampata la fuga a Napoli. Antonio Conte ci smentirà, ma lavorare con il cinepresidente Aurelio De Laurentiis, direbbe Leo Longanesi, «non è impossibile, è inutile». Un applauso a mister Davide Nicola, un altro “normal one”, stirpe Claudio Ranieri (ci mancherà la sua signorilità in panchina) che dopo aver fatto i miracoli a Salerno si è ripetuto: la Serie A si è fermata a Empoli. “San” Nicola ha salvato i toscani dalla retrocessione in B e quel gol (alla Roma al 93’) di Niang è stato l’epilogo di una favola. A proposito di retrocessione, chiediamo lumi sul “paracadute” per le tre squadre che scivolano in B. A noi sembra una follia. Le retrocesse Sassuolo e Salernitana grazie al paracadute incasseranno 25 milioni, mentre alla terza respinta, il Frosinone, ne andranno solo 10. Che stranezze no? Stranissimo poi sapere che l’Atalanta vincendo l'Europa League ha guadagnato poco più di 30 milioni e che la Fiorentina se avesse conquistato la Conference League (seconda finale di fila persa, stavolta con l’Olympiacos) si sarebbe intascata 15 milioni. Ma attenzione, l’Inter campione d’Italia ha ottenuto un premio scudetto di 23 milioni di euro. Insomma, paga di più scendere in B che vincere il titolo di campione d’Italia? Così pare. Cose molto italiane. Come certe considerazioni a voce alta del tribuno laziale Paolo Di Canio, che al “Corriere della Sera” ha manifestato il suo dissenso per la convocazione in Nazionale del centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli appena rientrato dalla squalifica per le scommesse illecite on-line. «Ne faccio una questione tecnica: è stato fuori 8 mesi, e non è che la Nazionale debba essere un centro di recupero», tuona Di Canio che non assolve il “pentito” Fagioli, il quale in questi mesi ha ammesso le sue colpe ed è andato a raccontare l’esperienza di ludopatico nei licei. Sul dato tecnico, essendo stato Paolo Di Canio un grande calciatore e mio idolo di gioventù, non mi pronuncio, ma credo che il ct Luciano Spalletti, che non è Vincenzo Muccioli, avrà fatto anche valutazioni tecniche e anche sul piano umano, ritenendo Fagioli abile e arruolabile per gli imminenti Europei tedeschi. Di Canio, in quanto appartenente alla leva calcistica del ‘68, dovrebbe aver tenuto in memoria il Mundial di Spagna ‘82 vinto dagli azzurri, in cui Paolo Rossi, tornato dopo due anni di squalifica per calcioscommesse, divenne “Pablito”, l’eroe nazionale. Il ct Enzo Bearzot che lo aveva richiamato, lo fece anche un po’ per spirito paterno: concedere a un ragazzo di 25 anni, che aveva sbagliato e pagato, una seconda chance. Anche Fagioli ha sbagliato e pagato. E allora, la convocazione, anche un po’ paterna di Luciano Spalletti, la metto tra le cose belle di questa stagione. Alla prossima, pensatori con i piedi.
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