Teresa Battaglia, ovvero una brava Elena Sofia Ricci, nella serie Ninfa dormiente (ieri, stasera e lunedì prossimo su Rai 1) ha una sola espressione, dall’inizio alla fine. Come del resto l’aveva avuta nella precedente Fiori sopra l’inferno. Per un attore non è facile, contrariamente a quanto si possa pensare. Ma è indispensabile per dare volto a un personaggio spigoloso e scostante, persino alle prese con una malattia grave come l’Alzheimer. Dietro la scorza ruvida si nasconde comunque una donna fragile, tormentata, con una passato difficile, ma con un acume sorprendente, perfetto per il suo lavoro di commissaria della Squadra mobile di Udine e di profiler, capace cioè di tracciare il profilo psicologico e comportamentale dell’autore di un crimine. Una figura femminile complessa e contraddittoria proprio come i boschi misteriosi, silenziosi e innevati del Friuli in cui per la seconda stagione, in un’atmosfera simile a quella delle produzioni nordeuropee, si sviluppa il thriller su I casi di Teresa Battaglia tratto dai romanzi di Ilaria Tuti, prodotto da Rai Fiction e Publispei, diretto questa volta da Kiko Rosati e scritto da Donatella Diamanti con altri autori. Tra le montagne friulane della Val Resia, viene ritrovato il corpo della giovane poliziotta Marta Trevisan, apparentemente morta suicida con un colpo di pistola al cuore. Tuttavia, per la commissaria, qualcosa non quadra. A suo giudizio si tratta di un omicidio camuffato da suicidio. La giovane donna stava cercando la verità su suo padre, accusato di aver ucciso l’amante, nativa proprio della Val Resia. Dopo aver dimostrato che Marta è stata effettivamente uccisa, il suo omicidio inizia a intrecciarsi con la storia di un quadro perduto da tempo, dipinto con il sangue, la Ninfa dormiente, e con la scia di morte che sembra seguirlo. Giallo e mistero sono gli elementi fondamentali di questa serie in cui le storie personali e sentimentali entrano in gioco molto tardi, anche se poi lo fanno con una certa prepotenza. C’è anche da dire che, a differenza di altri polizieschi, questo ha una vicenda solo orizzontale, ovvero affronta un unico caso, sia pure molto articolato, che si sviluppa lungo i previsti sei episodi distribuiti in tre prime serate. Lo stesso dicasi per le vicende private di ciascuno dei tre personaggi principali. Infatti, accanto alla protagonista, compaiono il giovane ispettore Massimo Marini (Giuseppe Spata), in fuga da se stesso e dal proprio passato, e l’ispettore capo Giuseppe Parisi (Gianluca Gobbi), che meglio di altri conosce le ferite e le fragilità che Teresa nasconde dietro la patina di durezza e cinismo e che offre alla serie anche momenti di leggerezza o comunque di contenuta comicità. Gli stacchi sul centro storico di Udine, montagne a parte, valorizzano la città friulana che non è certo una delle mete turistiche più frequentate, anche se lo meriterebbe.
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