Elaborare insieme un lutto sul sito della comunità
domenica 14 febbraio 2021
Già altre volte, in questa rubrica, ho portato testimonianze delle possibilità e dei rischi che l'ambiente digitale presenta rispetto all'elaborazione del lutto, a seconda dell'utilizzo che le persone più vicine a chi le lascia fanno delle “reliquie” digitali della persona scomparsa: profili sui social network, immagini, file audio e testi scritti già o non ancora pubblici. Mi è piaciuta molto, per la sua semplicità, immediatezza ed efficacia, la strada scelta da “Le Famiglie della Visitazione”, comunità di fratelli, sorelle e sposi radicata dalle mie parti, di fronte alla morte, l'11 febbraio, di Claudio Fasolo, diacono permanente presso una delle parrocchie in cui abitano i membri della comunità. L'home page mostra in primo piano una sua foto e il titolo/link: «Claudio Fasolo ci ha improvvisamente lasciati». Si apre una bella pagina ( bit.ly/3b2Bc51 ) che racconta brevemente le circostanze della morte, avvenuta sulla soglia dei 60 anni di età, e distesamente quelle di una bella vita di fede e di carità. In mezzo, il link a una galleria fotografica aperta su Google Photo; alla fine, l'invito ad «aggiungere foto nella galleria sopra linkata e lasciare nei commenti i vostri ricordi». Nel momento in cui l'ho letto, ieri, il post era appena uscito e ancora non comparivano sul sito commenti, rari anche nei rilanci sui profili social. Le immagini caricate sulla galleria fotografica erano invece molto numerose, ed effettivamente postate da tanti e talora commentate. Così il digitale trasforma in esercizio condiviso qualcosa che ciascuno di noi forse faceva abitualmente in privato, cioè sfogliare vecchi album di foto per tenere vivo il ricordo di una persona cara venuta a mancare. Ma compiere questo gesto all'interno di una comunità di fede e di vita, mentre essa si dice certa che chi ci ha lasciato «dal cielo continuerà a vegliare sulla sua famiglia e su tutti noi», lo libera dall'autoreferenzialità e aiuta a nutrire la speranza.
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