Anche Fabio Falzone, con il suo Effetto notte il venerdì in seconda serata su Tv2000, fa parte dello striminzito gruppo dei coraggiosi che nella seconda settimana di febbraio sfida Sanremo, o comunque non si scoraggia nell’andare a contendersi quel poco di share che resta. Effetto notte, dedicato al cinema, è uno dei due appuntamenti di spettacolo su Tv2000 (l’altro è Retroscena di Michele Sciancalepore dedicato al teatro). Il titolo, come ricordato altre volte, si rifà al film omonimo del 1973 diretto da François Truffaut, una delle pellicole più amate dagli appassionati del grande schermo, che racconta la magia del cinema a partire dalla tecnica che rende «notturna» una ripresa fatta in pieno giorno. Caso vuole che l’ultima puntata del programma di Falzone, venerdì scorso, sia partita con l’intervista in studio a Francesco Di Leva, uno dei protagonisti di Adagio, di Stefano Sollima, girato a Roma quasi interamente di notte, ma di notte davvero, senza ricorso all’«effetto». E come vuole la tradizione, l’ideatore e conduttore, non si è limitato a far raccontare all’ospite le curiosità e i segreti di un film dove tre mostri sacri del nostro cinema, Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea, appaiano quasi irriconoscibili, soprattutto il primo. Falzone ha fatto sì che Di Leva parlasse della sua famiglia, del figlio attore in erba (Mario, protagonista della fiction di Rai1 Resta con me) e del suo impegno sociale attraverso quell’«aggregatore umano» che è il Nest, ovvero il Napoli est teatro di San Giovanni a Teduccio. Dopo di che chiusura in grande stile con un vecchio mito e un nuovo idolo del cinema americano: il regista Oliver Stone con il suo documentario Nuclear now, che coraggiosamente promuove l’energia nucleare, e l’attore Timothée Chalamet, che in Wonka ripropone il personaggio del cioccolataio che fu di Gene Wilder e Johnny Depp.
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