Tra la dozzina di categorie nelle quali classifico i contributi quotidiani che leggo nella Rete dell'informazione ecclesiale ce n'è una che ho chiamato “Santi, beati, testimoni”. È evidente di chi parlano i testi che vi finiscono dentro. Chiarisco solo che, a seconda di come e perché l'opinione pubblica si interessa di queste figure, può capitarmi di classificare i relativi articoli altrove: soprattutto sotto “Chiesa che serve”, o, più spesso, “Religione che divide”, quando la testimonianza giunge al martirio: è il caso delle quattro suore assassinate nello Yemen.Ho detto di questa casella “Santi, beati, testimoni” perché ci sono due nomi che, in questi giorni, vi hanno coabitato, e sono quelli di Eduardo Pironio e di Mario Palmaro. Del primo si annuncia la fine della fase diocesana del processo di beatificazione; del secondo si fa memoria commossa, a due anni dalla morte. Difficile immaginare, tra le figure pubbliche della Chiesa di questi decenni, due profili più diversi: l'uno del nuovo e l'altro del vecchio mondo, l'uno chierico fino ai vertici ecclesiali e l'altro laico e padre di numerosa prole, oltre che docente e saggista; morti dello stesso male, ma l'uno quasi ottantenne e l'altro nel fiore degli anni. E, si dirà, l'uno “progressista” e l'altro “tradizionalista”. Sono aggettivi che non amo e non uso, e anche per Palmaro e Pironio mi paiono riduttivi e sordi alle ragioni interne delle loro visioni di Chiesa; e tuttavia, navigando o leggendo, è molto probabile trovarli accostati a questi due fratelli in Cristo.L'accostamento di questi giorni è invece del tutto casuale: il calendario fa coincidere due fatti e i media li trasformano in notizie. Ma rileggere contemporaneamente di entrambi, e ritrovare in Rete il testamento spirituale dell'uno (http://tinyurl.com/jy5dqtg) e una significativa intervista data dall'altro nel pieno della malattia (http://tinyurl.com/hq7r54n), mi ha ricordato qualcosa che è stato detto delle Chiese, ma che è non meno vero all'interno di ciascuna di esse: i muri che ci separano non sono alti fino al Cielo.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: