L'Osservatorio dei Lavoratori Domestici, aggiornato nei giorni scorsi dall'Inps, registra la presenza a tutto il 2021 di 960mila colf e badanti regolarmente assicurate, in crescita (+ 1,9%) sul 2020, che già riportava un deciso aumento di iscrizioni.
Gli incrementi dell'Osservatorio – spiega l'Inps – sono dovuti al periodo di lockdown durante il quale diverse lavoratrici sono state regolarizzate per potersi recare al lavoro in sicurezza. Si è aggiunto poi il decreto “Rilancio”(n. 34/2020) che ha offerto una sanatoria per i lavoratori stranieri, in particolare contro gli abusi del caporalato, e come nuova opportunità (con automatico permesso di soggiorno) per i lavoratori domestici. Sono 178mila le domande presentate per colf e badanti. In diversi casi, come denunciato dal sindacato, la sanatoria è stata utilizzata da lavoratori di altri settori per regolarizzarsi subito come domestici, e transitare poi in altre attività lavorative, ma con in tasca il desiderato permesso.
Diverse analisi confermano quindi che il milione di domestici ora registrato non rappresenta la reale consistenza dei rapporti di lavoro attivi, cioè con versamenti contributivi in corso. Quanto ai presunti domestici della sanatoria, dovrebbero essere rilevati i casi con interruzioni di versamenti successivi all'ingresso nella gestione. Ma un altro fattore, più interessante e finora non considerato nelle analisi dell'Inps, è quello del numero degli iscritti, che in gergo vengono detti “silenti”, che risultano con pochi contributi e per i quali da diversi anni non risultano più versamenti. È chiaro che dietro questi numeri apparirebbe, ancora che se dai contorni non nitidi, il fenomeno delle famiglie che non hanno proseguito con continuità un rapporto di lavoro con la colf o badante e neppure con una nuova lavoratrice.
Indizi tutti che riportano al punto di partenza, alla forte evasione nel settore, causata dalla mancanza della deducibilità fiscale dell'intero costo di una colf o di una badante, che ripetutamente e da anni richiedono tutte le organizzazioni di categoria, senza contare le esigue franchigie oggi consentite ai datori di lavoro domestico.
Incidentalmente, in questi giorni l'Inps conclude la sanatoria del 2020 accreditando la quota contributiva di quel versamento unico di 500 euro che doveva accompagnare la domanda.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: