Papa Francesco nell'intenzione di preghiera per il mese di marzo diffusa martedì ha sottolineato: «Dobbiamo comprendere i profondi cambiamenti che stanno avvenendo con un discernimento ancora più profondo, ancora più sottile. Non si tratta di frenare il progresso tecnologico. No, si tratta di accompagnarlo. Si tratta di proteggere sia la dignità umana sia il progresso. In altre parole, non possiamo pagare con la dignità umana il prezzo del progresso, no! Le due cose vanno insieme, armoniosamente insieme».
La consapevolezza della valenza etica della vita nella sua pluralità di forme e il precipuo valore della vita umana, cioè la sua dignità, ci permettono di approfondire l'orizzonte delle parole del Pontefice. La bioetica – questa piazza in cui si svolge una parte essenziale del confronto civile della nostra pòlis – dev'essere abitata, diventare luogo di ascolto delle istanze che i diversi saperi presentano sull'uomo e all'uomo. Il primo compito etico, ciò che scaturisce dalla consapevolezza della custodia della vita a cui siamo chiamati, è proprio il prendersi cura, l'avere a cuore le questioni della vita. La dignità della vita umana – della persona, per usare un termine proprio della nostra tradizione credente – si configura come elemento cardine e ineludibile per ogni possibile fondazione della scienza bioetica e punto focale di ogni confronto sui diversi problemi che attraversano l'ambito disciplinare bioetico. È evidente, per la natura stessa della scienza bioetica, che questa disciplina sarà efficace nella tutela della vita e del suo valore solo se si configura come momento di dialogo e confronto tra le diverse competenze fornite dalle scienze empiriche, dalla filosofia, dalla teologia, dalle analisi moral-teologiche e da ogni altra forma di sapere umano coinvolto nei fenomeni descritti.
In particolare il ruolo della riflessione moral-teologica sta non tanto nell'individuare direttamente soluzioni tecniche – mediche, sociali o biotecnologiche – ai vari problemi ma nel rendere presente nel dibattito la domanda critica sul senso dell'umano e le modalità che possano garantire uno sviluppo umano autentico. Inoltre la riflessione moral-teologica, per contribuire al dibattito bioetico, non dovrà porre attenzione solo ai temi che hanno animato i trattati di Morale della vita fisica ma saper valutare anche tutte le istanze della Morale sociale, in particolare i princìpi cardine della Dottrina sociale della Chiesa: solo con questa ricchezza potrà offrire una riflessione in grado di tutelare la dignità della persona umana.
Come credenti il compito primo è abitare i luoghi civili di gestione dell'innovazione orientandola verso forme sempre più umane, essendo presenti e fornendo argomenti efficaci nel dibattito pubblico che a questa innovazione soggiace.
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