Derby d’Italia spot mondiale Roma, il cuore direbbe Ranieri
martedì 29 ottobre 2024
La nona di campionato è stata una sinfonia roboante che forse solo Beethoven avrebbe saputo comporre. Alla Scala del calcio, il caro vecchio e sempre affascinante stadio San Siro, è andato in scena il più pirotecnico dei derby d’Italia che la memoria di cuoio ricordi, almeno ai tempi della paytv: Inter-Juventus 4-4. Quasi tutte le 8 reti sono state frutto di errori difensivi marchiani. Due rigori pro-Inter causati dai distrattissimi Danilo e Kalulu e doppietta salvifica del “delpierino turco” Yildiz generata delle amnesie difensive di Dumfries, a sua volta autore dell’illusorio 4-2. Ma aveva ragione il saggio, “Spillo” Altobelli, doppio ex di giornata, che alla vigilia parlando con “Repubblica” auspicava per l’Inter di trovare in campo un «Claudio Gentile». E in effetti con un Gentile in marcatura stretta anche il pur fresco Yldiz difficilmente avrebbe maramaldeggiato per ben due volte il leggerissimo Dumfries. Comunque, la prima sfida scudetto tra Simone Inzaghi e Thiago Motta si conclude con un pari e patta che si prende gli applausi del pubblico neutrale collegato in mondovisione e che
avrà pensato: ma questa Serie A non è poi meno spettacolare della faraonica Premier League. Da lì, se ne è fuggito Antonio Conte per rifare grande il Napoli. Altra vittoria a “muso corto”, 1-0 con il Lecce, e la conferma che quando una squadra ha un gran portiere, Meret, un leader difensivo, Di Lorenzo (capitano goleador), una diga di centrocampo, nello scozzese scuola Manchester United, McTominay e un finalizzatore che è anche uomo assist come Lukaku, allora tutto è possibile, anche far sognare al cinepresidente De Laurentiis il 4° storico scudetto. Napoli primo da solo. Il primato europeo della specialità assist, 6 in 9 gare, spetta invece al travolgente Nuno Tavares, la locomotiva del binario di sinistra della Lazio del “normal one” Baroni che liquida con un 3-0 il piccolo Genoa di Gilardino, il quale ora per sperare nella salvezza si aggrappa al ritorno del figliol prodigo d’Italia, il 34enne Mario Balotelli. Auguri a tutti. Per la corsa scudetto, classifica alla mano, si candidano anche la rivelazione Udinese di bomber Lucca (a gennaio alla Juve come vice-Vlahovic?) la Lazio e soprattutto l’Atalanta che dopo il brodino di Champions, 0-0 con il Celtic, si abbuffa, 6-1 al Verona. Doppietta dell’oriundo azzurro Retegui, principe dei cannonieri con 10 gol. Ne mancano ancora 26 per eguagliare il record di Higuain. Tutto è possibile. Come non è escluso che alla Roma, dopo l’umiliazione di Firenze, ko per 5-1, possano richiamare Daniele De Rossi al posto del povero e indifeso Juric. I Friedkin sì sa, pensano e sbagliano sempre in grande, e così fanno circolare i nomi di Max Allegri e Roberto Mancini tra i potenziali candidati alla panchina giallorossa. Terza ipotesi: il ritorno di “sir”, in questo caso sor, Claudio Ranieri. Ma nominando Ranieri parliamo di calcio romantico e signorile, e non ci sembra questo lo stile degli americani a Roma. © riproduzione riservata
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