Pregavano, cantavano e ballavano i fedeli che in secoli lontani si recavano in pellegrinaggio al santuario mariano di Montserrat, arroccato tra i rilievi della Catalogna; esprimevano così la gioia spntanea e la loro devozione nei confronti di quella Madonna Nera che rappresentava il "termine fisso" del loro lungo cammino. Riti e consuetudini fedelmente testimoniati da uno dei più importanti manoscritti d'epoca medievale, compilato verso la fine del Trecento, fortunatamente scampato a incendi, saccheggi e passato alla storia col nome di Llibre Vermell, a causa del colore rossastro della custodia con cui era stato rilegato; al suo interno troviamo raccolti documenti relativi ai miracoli compiuti dalla Vergine, racconti sul pellegrinaggio al "Monte Serrato", ma anche una piccola e straordinaria silloge musicale che comprende brani di carattere sacro e canzoni da ballo «ad trepudium rotundum».
Nella loro stupefacente varietà formale e strutturale, le dieci composizioni di questo codice tornano oggi a risuonare nell'affascinante cd intitolato Llibre Vermell de Montserrat (pubblicato da Ricercar e distribuito da Jupiter) che, sotto la guida del maestro Christophe Deslignes, vede impegnati addirittura quattro differenti ensemble nella ricostruzione di un'ipotetica cerimonia religiosa: il gruppo Millenarium (che fornisce l'apporto strumentale tradizionalmente assegnato ai jongleurs), il Choeur de Chambre de Namur (a rappresentare l'assemblea dei pellegrini a cui sono affidati i brani del "libro vermiglio"), le formazioni vocali Psallentes e Les Pastoreaux (la schola cantorum dei monaci che intona il servizio liturgico attingendo al repertorio gregoriano).
Tra canoni, antifone, mottetti polifonici, ballate e "virelai" d'alta fattura (come il trascinante Stella splendens o il celestiale Mariam Matrem), il disco " come del resto la sezione musicale del manoscritto " si chiude simbolicamente con il canto Ad mortem festinamus, il più antico esempio di "danza macabra" mai pervenuto: ultimo e definitivo tassello a coronamento del viaggio terreno dell'homo viator, che concepisce la propria esistenza come un metaforico percorso di avvicinamento a Dio, le cui tappe sono scandite da confessioni, penitenze e lunghi pellegrinaggi.
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