Sono due le figure che hanno maggiormente influenzato la formazione artistica di Heinrich von Herzogenberg (1843-1900): da un lato l'illustre "collega" Johannes Brahms, con il quale il compositore austriaco ha stretto un solido e prolungato legame d'amicizia, e dall'altro Philipp Spitta, musicologo tedesco passato alla storia per aver redatto la prima imponente biografia dedicata al grande Johann Sebastian Bach e per il prezioso lavoro di ricostruzione del corpus di cantate sacre del Thomaskantor.
Due personalità di elevata statura che hanno gettato la loro ombra lunga anche sul grandioso oratorio Die Passion, scritto da Herzogenberg nel 1896 per la piazza di Strasburgo; nella riuscita sintesi tra l'impronta strumentale cameristica di ascendenza brahmsiana e l'impianto vocale di chiara matrice bachiana risiede infatti l'originale cifra stilistica che funge da fondamento alla maestosa architettura di questa partitura. Di un lavoro che si caratterizza per la quasi totale assenza di arie solistiche e per la conseguente predominanza degli episodi corali, tra spunti di dolente partecipazione e oasi di pura contemplazione, in cui l'estrema sobrietà dei mezzi impiegati non va mai a discapito della potenza comunicativa e della drammatica forza espressiva sprigionata da queste splendide pagine.
Distinte, autonome ma sempre perfettamente equilibrate, le due sezioni della Passione di Herzogenberg sono dedicate rispettivamente alle celebrazioni liturgiche dei due appuntamenti cruciali della Settimana Santa, quelle del Giovedì (con le riflessioni evangeliche sull'Ultima cena) e del Venerdì Santo; l'interpretazione offerta dal complesso corale e orchestrale Ex Tempore diretto da Florian Heyerick (2 cd pubblicati da Etcetera e distribuiti da Sound and Music) evoca paesaggi sonori dai riflessi cangianti e dalle tinte rarefatte, che con discrezione svelano all'ascolto l'estrema raffinatezza di una scrittura musicale barocca per vocazione, tardo-romantica per afflato sentimentale ma essenzialmente fuori del tempo e dello spazio, condotta all'insegna della più semplice e assoluta linearità melodica, dove anche rigore e perfezione tecnica identificano la propria ragion d'essere in un senso di avvolgente bellezza e luminosa spiritualità.
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