Un passo avanti e due indietro. Malgrado la favorevole posizione del Ministero del lavoro, l'Inps frena sul cumulo gratuito di contributi diversi riconosciuto ai sacerdoti iscritti ed ex iscritti al Fondo di previdenza del clero.
Il Ministero, già dallo scorso gennaio, aveva esplicitamente prescritto all'Istituto di applicare la nuova legge sulla totalizzazione dei periodi assicurativi anche nei confronti del Fondo clero, senza alcuna riserva o limitazione. L'indirizzo ministeriale è stato fatto proprio dal Comitato di amministrazione del Fondo e, fra i vari contenuti della legge, l'organo di gestione ha confermato la facoltà degli iscritti di poter utilizzare la "ricongiunzione" (leggi 29/79, 45/90 ecc.) in alternativa alla "totalizzazione", come consentito dalla legge a tutti i destinatari della totalizzazione. In sostanza - conferma il Comitato - anche i sacerdoti possono utilizzare direttamente la ricongiunzione, essendo in ogni caso abolito l'antico divieto di cumulo stabilito nel Fondo (art. 5). In caso contrario si produrrebbe un'ulteriore disparità di trattamento nei confronti dei ministri di culto che lo stesso Ministero ha voluto evitare.
Ma l'Inps punta i piedi anche sulla pensione di inabilità raggiungibile dai sacerdoti con la totalizzazione, alla pari di tutti gli altri contribuenti. Anche in questo caso il ministero del lavoro ed il Comitato del Fondo non hanno avuto tentennamenti: la totalizzazione si applica in maniera completa e quindi introduce nel Fondo la pensione di inabilità (finora non prevista) oltre alla semplice pensione di invalidità, il tutto in linea con la riforma Dini che ha imposto a tutte le gestioni obbligatorie pensionamenti di invalidità graduati.
Tutto questo non ha ancora convinto l'ente di previdenza che il 7 luglio scorso ha rimesso la vicenda al giudizio ministeriale, evidentemente sorpreso che tanta apertura della legge possa essere realmente riconosciuta al Fondo clero, finora relegato ai margini della previdenza. Si ricorda che, appena tre anni fa, l'ente comunicava solennemente al Tesoro e al Lavoro: d'ora in avanti l'Inps si impegna ad "applicare al Fondo tutte le provvidenze riferite alla generalità dei trattamenti pensionistici, se non vi siano richiamate espresse esclusioni".
Se il Ministero di via Flavia intenderà intervenire sui due problemi con qualche "se" o qualche "ma", altrettanto si prevede che vorrà fare il Fondo Clero, aprendo un contenzioso dai rilevanti contenuti finanziari. E' discutibile, infatti, che il Fondo, nell'applicare la totalizzazione, debba partecipare al pagamento del trattamento minimo della pensione totalizzata. Le regole specifiche di liquidazione delle pensioni sacerdotali non prevedono un trattamento minimo ma un importo fisso della pensione, il cui importo è "pari" a quello del trattamento minimo in vigore per i lavoratori dipendenti. Una differenza sottile ma giustificata dalla enorme diversità tra il ministero di culto e il lavoro dipendente.
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