Ha preso fiato per un paio di mesi o poco più ed è già tornato a presidiare con successo (1 milione e 400 mila telespettatori) il venerdì sera di Nove con il suo Fratelli di Crozza. Parliamo ovviamente del comico genovese Maurizio Crozza che il 23 febbraio, dopo la chiusura della settima stagione a inizio dicembre, ha inaugurato l’ottava con nuovi personaggi da imitare e sbeffeggiare: Jannik Sinner, Mara Venier e Joe Biden. Accanto alle new entry, l’immancabile governatore campano Vincenzo De Luca, ma anche la premier Giorgia Meloni, il ministro Matteo Piantedosi e, fuori dalla fascia protetta, il sindaco di Terni Stefano Bandecchi. A proposito del tennista altoatesino, Crozza ha ironizzato sul sentirsi pienamente italiano, ma di avere la residenza a Monte Carlo non per motivi fiscali, bensì perché i campi da tennis sono migliori, la benzina costa meno e può andare al supermercato. Alla «sua» Venier, dopo le varie censure post sanremesi, ha fatto dire che nei programmi da lei condotti «sono trent’anni che si può dire tutto… intendo la parola tutto». Impietosa la satira sulle amnesie, le gaffe e le cadute fisiche del presidente statunitense. In ogni caso, Crozza non risparmia nessuno, nemmeno se stesso e il fatto di essere alle dipendenze di una multinazionale guarda caso americana, la Warner Bros - Discovery. Come sempre supportato dall’immancabile spalla vocale di Andrea Zalone e dagli stacchi musicali della Silvano Belfiore Band, ha proposto una dietro l’altra le sue imitazioni (alcune registrate, altre a scena aperta) badando come sempre non tanto alla verosimiglianza quanto alla rielaborazione in chiave comico-satirica delle parole e degli atteggiamenti dei personaggi presi di mira, che si trasforma in un’analisi politico-sociale pungente. Di fatto, scherzando e ridendo,
Crozza dice molte cose vere, un po’ come Arlecchino che si confessò burlando.
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